PCI: "Bilanci di fine mandato e promesse per il nuovo, manca realismo e ci vorrebbe dignità"
Massa Marittima: «Un'intensa attività come si sta vedendo da qualche mese - si legge nella nota della Segreteria PCI Colline Metallifere - che occupa social, mezzi di comunicazione e grandi spazi di tempo per presentazioni, inaugurazioni con musica e aperitivi non si vedeva da anni, per la precisione dall'ultima campagna elettorale che non ebbe però i fasti di questa fine consiliatura.
Se da una parte il covid ha frenato le attività dall'altra si deve riscontrare che le prossime elezioni amministrative hanno risvegliato l'interesse a “vendere” ancora tante cose che poi, passata la tornata, troveranno una realtà diversa e saranno trascinate chissà per quanto tempo.
Il bilancio di previsione approvato nell'ultima seduta di consiglio di dicembre 2023 parla da solo e quando si annunciano 34 milioni di euro di investimenti, una cifra esorbitante per il nostro comune, ad un primo impatto ci fa pensare ad una città di media grandezza, superando anche le attese vissute in tanti capoluoghi di provincia come la stessa Grosseto.
Nello specifico riscopriamo il solito metodo che se da una parte è comprensibile per chi si avvia ad una competizione elettorale, ovvero quello di promettere qualche volta cose fuori dalla portata, nel caso di Massa Marittima va ben oltre, un illusionismo alla Copperfield, una magia effimera buona per fare credere ai cittadini che saranno eseguiti degli investimenti fantasmagorici nel breve periodo e poi passata l'euforia del sogno atteso, passeranno almeno cinque anni affinché poche delle promesse arrivino in porto.
Un disco rigato che ripete la stessa melodia, basta leggere quello che c'era scritto e sottolineato già nel 2014 come prioritario per poi vedere, a 10 anni da quella tornata, quello che nella realtà è stato fatto e come invece ad esempio situazioni come il franamento delle mura civiche, lasciate per un quinquennio ad aspettare, sia realmente avvenuto.
Una popolazione che non cresce, attività che chiudono, piccola e media impresa che rischia di scomparire e poi le promesse oltre a progetti che non si sa se saranno finanziati o destinati a restare chimere, magari da riproporre all'infinito per i prossimi mandati.
Intanto luoghi come l'area Molendi sono lì e tra poco sarà il venticinquennale con il sindaco, allora assessore esterno che ha dato il suo, seppur limitato contributo al tempo del primo mandato Sani, e che ha visto passare un Giubileo per arrivare al prossimo. Dopo 10 anni siamo ancora lì, alle macerie ea una presentazione d'immagine della città che ha avuto la sola certezza di costare centinaia e centinaia di migliaia di euro e questa volta il ruolo di Giuntini negli ultimi mandati, è senza dubbio di protagonista.
Ripetiamo che le campagne elettorali si giocano anche sulle promesse che possono non andare a buon fine ma così si esagera.
Sanità e lavoro sono le priorità e su vicende come la Venator non si può affermare che il problema è solo di Scarlino perché l'impianto è in quel comune. Un'abbondante 60% dei lavoratori sono massetani, la piccola e media impresa vanno sostenute anche completando e spingendo per il completamento di una strada come la Sarzanese-Valdera lasciata a metà che non agevola certo chi vuole investire sul lavoro e sul turismo.
Sulla sanità andava, bisognava contrastare il declassamento dell'ospedale delle Colline Metallifere da Presidio, che aveva propria autonomia gestionale, persa passando uno stabilimento, con un dimezzamento di posti letto e attività sotto gli occhi di tutti.
Per questo bisognava accelerare e non prospettare con un “si farà” la proposta avanzata da Fare, che abbiamo da subito sostenuto, spingendo a livello regionale perché si accelerasse i tempi e tornare alla zona distretto, uscendo dal Coesone che, oltre ad essere stata una scelta sbagliata che non ha portato nulla, anzi ha penalizzato territorio e ospedale.
Non si tratta di fare terrorismo ma di essere realisti e dare risposte concrete per le quali è necessario un confronto serio sui temi accogliendo il contributo di tutti.
C'è necessità di ritornare ad una politica vera, seria e sana e non fatta di sola ricerca di consenso per garantire posti di potere ma di partecipazione attiva di tutti i soggetti in campo.
Una politica che discuta e pianifichi non quello che si può avere ma quello che si può e si deve fare per la città, le frazioni e il territorio ei nostri cittadini».