Pane toscano Dop: Cna chiede un incontro per rivedere le modalità di accesso al consorzio
Andrea Montomoli, presidente del mestiere panificatori e dolciari di Cna Grosseto: “Con il rincaro del 35% del costo del frumento è necessario sostenere le aziende, anche favorendo l’ingresso di micro e piccole imprese artigiane e creare così strategie di sviluppo per tutta la filiera”.
Grosseto: La quasi totalità dei panificatori toscani, circa 800 tra micro e piccole imprese artigiane, ha rinunciato a produrre il pane denominato “toscano”, prodotto che rappresentava l’articolo principale della loro produzione. La constatazione arriva da Andrea Montomoli, neo presidente del mestiere dolciari e panificatori di Cna Grosseto che, partendo da un'analisi della situazione, presenta una serie di proposte volte a coinvolgere panificatori e produttori primari. “Negli ultimi mesi - dice Andrea Montomoli - il costo medio del frumento è salito del 35% e senza provvedimenti si rischia la crisi del settore dei pastifici e rincari al consumo fino a un euro al chilogrammo”.
Per questo motivo, mentre Cna a livello nazionale, insieme ad altre associazioni di categoria chiede al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli l’istituzione di un tavolo “Grano – pane” per arrivare a un piano strategico della filiera che valorizzi i suoi protagonisti e che garantisca una valorizzazione dei prodotti dal campo alla tavola, unendo i produttori agricoli, le aziende molitorie, i pastifici e le imprese della panificazione, Cna Grosseto presenta una proposta per migliorare la situazione locale.
“A sei anni dalla nascita del Consorzio di tutela del pane Dop toscano – spiega Montomoli – i panificatori artigiani della Toscana sono delusi dalla scarsa considerazione concessa loro dal Consorzio. Chi propone di tutelare tipicità gastronomiche del territorio, non può escludere gli artigiani, custodi silenziosi, che hanno tramandato per generazioni la ricetta del pane non salato”.
Il progetto pane Dop toscano ha ottenuto il cofinanziamento Feasr del Programma di Sviluppo rurale 2014.2020 della Regione Toscana su un piano rivolto a favorire sinergie di filiera, coinvolgendo piccoli produttori di grano tenero, molitori e panificatori, che producono rispettando il disciplinare nell’area di interesse Dop toscano, mirando alla promozione del territorio attraverso la tipicità prodotta nel corso della storia, proprio dal mondo artigiano. “Il riconoscimento della denominazione di origine protetta – aggiunge Montomoli - ad oggi ha parallelamente negato l’utilizzo della dicitura ‘toscano e derivati’ alla totalità degli artigiani esterni al Consorzio. L’acronimo ‘Dop’ un marchio di tutela giuridica della denominazione che viene attribuito dall'Unione Europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti, nel rispetto del disciplinare.
Le richieste per accedere al Consorzio sono state probabilmente calibrate su produzioni e strutture industriali, penalizzando e scoraggiando alla partecipazione le micro e piccole imprese, che rappresentano la quasi totalità delle attività del settore. Lo dimostrano i numeri.
Sono 13, ad oggi, su centinaia, i panifici toscani abilitati a produrre ‘pane denominato toscano’”. Secondo i panificatori di Cna Grosseto, il coinvolgimento delle numerose imprese artigiane aumenterebbe inoltre la richiesta di cereali toscani e favorirebbe la collaborazione tra le diverse filiere cerealicole affermate e in costante sviluppo sul territorio con il Consorzio di tutela Dop toscano, qualificando così anche la partecipazione pubblica regionale. Per questo motivo l’associazione invita, anche tramite Cna Toscana, il consorzio a un confronto finalizzato ad individuare soluzioni condivise.