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'Oggi parliamo di...': la Maremma nella Divina Commedia
Rubrica settimanale di approfondimento culturale, storico, educazione civica, scuola e attualità. di Simonetta Baccetti
La nostra Maremma, ogni luogo, borgo, o antico muro, ci racconta una storia. Storie che a tutt’oggi si tramandano e si ricordano. Della Maremma se ne parla nella Divina Commedia. Dante e la Maremma non sono legati solo perché la principale piazza del capoluogo è a lui dedicata, ma perché la Maremma è luogo di storia, che con i suoi borghi, racconta la Toscana.
Quella dei Guefi e Ghibellini. La Maremma del Medioevo non era certo la bellissima terra che noi tutti oggi conosciamo e viviamo.
La fama di luogo nefasto era purtroppo la “cartolina da visita” di quel tempo. Dante nella Divina Commedia, si riferisce alla Maremma, dipingendola, impervia e nefasta, Santa Fiora, Campagnatico, Talamone, sono alcuni dei luoghi della Maremma presenti nella Divina Commedia in taluni casi in modo diretto, in altri attraverso personaggi vissuti in Maremma. Nel Medioevo la nostra Maremma era caratterizzata da acquitrini insalubri, macchie folte e impenetrabili; basti pensare alle distese paludose, che identificavano la Maremma di quel periodo.
Per citare alcuni passaggi…
"… Dante la include tra i morti per forza e peccatori fino all'ultima ora, che attendono nel secondo balzo dell'Antipurgatorio (Purg., V, 130-136): la penitente prende la parola dopo Bonconte da Montefeltro e in pochi versi di squisita dolcezza si rivolge a Dante, chiedendogli di ricordarsi di lei dopo che sarà tornato nel mondo e che avrà riposato per il lungo cammino. Si presenta come la Pia, nata a Siena e uccisa in Maremma, come ben sa colui che l'aveva chiesta in sposa regalandole l'anello nuziale…"
Dante e Virgilio nella selva: “Nesso non è ancora tornato sull'altra sponda del Flegetonte, quando Dante e Virgilio si incamminano per una orribile selva, in cui il fogliame è oscuro, i rami sono contorti e al posto dei frutti ci sono spine velenose.
I luoghi più selvaggi della Maremma non hanno una boscaglia così aspra, mentre qui le Arpie nidificano tra gli alberi e hanno grandi ali, visi umani e zampe artigliate, con cui producono lamenti tra le piante. Virgilio spiega a Dante che si trova nel secondo girone del VII Cerchio, dove la selva si estende sino al sabbione infuocato del girone seguente”.
Con questo breve articolo, consapevole del fatto che ci sarebbe molto altro da argomentare, ho solo voluto ricordare che della Maremma se ne parla anche nelle grandi opere letterarie.
Parafrasando, dalle grandi opere, alle canzoni storiche locali, la Maremma da essere definita luogo nefasto finisce per essere: "... O mite terra… terra che sei il regno dei colori… a te che ispiri al cuor la poesia… l’argento degli ulivi che dai colli... ampie distese di velluto…"
Lo stesso Dante Alighieri lo dice: “... Il sentiero per il paradiso, inizia all’inferno”.