La replica delle opposizioni: "Le mura franano perché abbandonate dal 2018"

Massa Marittima: «Troppi impegni e preoccupazioni, tante cerimonie e inaugurazioni con nastri da tagliare e promesse da fare, un piano delle opere da 34 milioni di euro e in questo caos, attraversato dal post pandemia e guerre in corso, si è aggiunto pure lo stress per l’attesa di un terzo mandato. In questa situazione - replicano le opposizioni alle dichiarazioni del Sindaco di Massa Marittima - è naturale che spendere tempo per un annuncio, per comunicare che forse la bomba non c’è e che riprendevano i lavori era difficile da trovare.

Quel disgaggio poi non è proprio da minatori, perché se i minatori avessero eseguito quel tipo di lavori chissà quante frane come sulle mura si sarebbero verificate, basta vedere le foto. Tutto questo non cambia il risultato finale che si riassume non solo negli atti ma in quanto è sotto gli occhi dei cittadini da tempo.

Il primo campanello d’allarme lo suonarono le segnalazioni fatte da molti nel 2018 con una evidente crepa che tagliava in due la cinta muraria. Da allora siamo arrivati al 2021 quando la Soprintendenza rilascia l’autorizzazione all’esecuzione urgente dei lavori di rimozione dei conci per la gravità in cui si trovavano le mura. Sui lavori, una prima ditta fa le proprie osservazioni su rischi che comportavano gli interventi, osservazioni che vengono rigettate dal comune e i lavori non gli vengono affidati. A dicembre del 2022 le mura collassano, fortunatamente senza incidenti o danni a cose o persone.

I lavori vengono poi affidati ad altra ditta a gennaio 2023, partono mesi dopo, nonostante l’urgenza e la perentorietà per scongiurare altri franamenti, raccomandate dalla Soprintendenza quasi un anno prima.

La nuova ditta inizia le operazioni e, a luglio 2023, sembra che faccia una prima segnalazione al comune dalla quale emerge che la situazione della muratura è peggiore di quanto ipotizzato e lo smontaggio dei conci potrebbe dare origine a distacchi repentini di notevole entità.

Probabilmente questa è la vera motivazione degli ulteriori cedimenti che si sono verificati e quindi quei distacchi repentini, che noi abbiamo definito altrettanto correttamente, frane non controllabili di porzioni di muratura di grosse dimensioni, è quanto avvenuto nella realtà.

In una successiva comunicazione sembra che la ditta abbia segnalato al comune che, per procedere in sicurezza con i lavori, doveva essere eseguita una diversa lavorazione che aveva quantificato e comunicato al comune, il quale la aveva però respinta in parte e aveva proposto un prezzo che l’impresa non riteneva congruo e non intendeva accettare. In questo caso non vi è stata rescissione contrattuale.

Poi arriva la bomba. Ma bomba o non bomba e discorsi a parte, la situazione è questa dal 2018.

Poco rassicuranti sono le dichiarazioni fatte in recente passato dal vicesindaco che non ci sono i soldi, come paradossale è che in sei anni non si siano trovate o probabilmente cercate risorse per intervenire in una situazione che era di emergenza come è evidente dagli atti.

Il sindaco ci può accusare anche di leggerezza, affermare che diciamo sciocchezze ma le mura franate da sei anni dimostrano che di leggerezza qualcuno ha abusato e il patrimonio più il tempo passa più dà segnali che sono sotto gli occhi di tutti e, purtroppo, sempre peggio sarà se non si ricorre ad attuare quelle misure straordinarie e urgenti più volte richiamate da enti e imprese».