‘La prossima settimana...': la Coerenza è in tendenza su twitter?
‘La prossima settimana...' rubrica di cronaca, attualità e molto altro, sui fatti salienti di questa settimana. di Raffaello Milani Coerenza, coesione, compattezza, conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico, coerenza morale, connessione logica, mancanza di contraddittorietà, coerenza di un discorso, ecc.
Parto da qui, da una semplice parola – coerenza - che al suo interno contiene un oceano d’interpretazioni. Parto da quello che, a oggi, in tutto il panorama italiano sta assumendo un disdicevole doppio significato.
Fin da piccolo mio padre mi ha insegnato a essere sempre in linea con le cose che dicevo e soprattutto facevo. Da grande, poi, qualche volta ho mancato di ottemperare a quanto mi è stato insegnato, e questo puntualmente mi si è sempre rivoltato contro: forse sarò stato sfortunato? Chissà….
Oggi esiste una diversa interpretazione di questo sostantivo femminile: coerenza “giusta” è quella di chi, ieri, ha detto tutto e oggi l’esatto contrario di tutto, mentre è coerenza “sbagliata” quella di chi, sia ieri che oggi, dice sempre la stessa cosa. Anzi non solo è sbagliata, ma alla base di tutto c’è solo un mero interesse personale.
Prendo spunto dai noti fatti successi con l’adesione dei partiti al, presunto, nuovo governo (che di nuovo ha ben poco a mio avviso) e da un articolo apparso su un blog.
Partiamo dai primi: i coerenti “buoni”, che oggi si sperticano a traghettare il nuovo premier dalla loro parte politica sconfessando, più o meno palesemente, il proprio credo, trincerandosi dietro un #hastag in forte tendenza (magari su twitter….) #perilbenedellitalia, rinnegando persino i propri cavalli di battaglia. A sentire qualcuno, oggi fervente fautore del suddetto #hastag, e assimilabile addirittura ad una fine strategia tesa a limitare gli avversari politici, (tanto per capirsi coloro con cui dovranno decidere le nostre sorti).
Costoro, ora si sono premurati anche di “sistemare” colui senza il quale prima tutto era impossibile, purché si faccia da parte, in quanto era un elemento imprescindibile fino a poco tempo fa. Possibile e soprattutto impensabile privarsene, e oggi gli assicurano, (forse), uno scranno nelle prossime elezioni. (ma mi chiedo: questo non era il meglio che c’era in circolazione, oppure si poteva scegliere un altro?).
Veniamo al secondo punto, e cioè l’articolo apparso su un blog. In esso si esternano una serie incommensurabile di offese, luoghi comuni e dicerie contro la nostra Maremma, assimilata alle peggiori favelas di Rio de Janeiro. Per non parlare poi dei suoi abitanti, i famigerati “maremmani”, apostrofati, così vi è riportato, come: “beceri”, “gosti”, “buzzurri”, “malfattori”, “cattivi”, sia come persone, che come pagatori. Furbi ladruncoli, spregiosi e tracotanti, e chi più ne ha più ne metta.
La migliore uscita però è quella concernente il mangiare, dove questo ‘critico viaggiatore’ si esprime ai massimi livelli: “neanche quello sapete fare…!” Beh li mi sono formato.
In quell’articolo, la coerenza è rappresentata dall’essere perfetto: Lo scrittore, che avendo viaggiato in tutto il mondo per una vita talmente lunga, facendo il conto degli anni, al ‘critico viaggiatore’ non sarebbero bastate 6 vite per viaggiare tanto, ha potuto discernere chi e cosa fosse visitabile ed abitabile. Incoerente è invece chi, autoctono, ha la colpa di essere irrimediabilmente maremmano con tutto ciò che ne consegue.
La coerenza oggi, a mio avviso, è una parola sorpassata, vetusta e fuori moda; oggi va benissimo dire tutto e il contrario di tutto, ed è l’unica scappatoia per giustificare i nostri insuccessi, trasformandoli abilmente in millantati successoni: soprattutto per le generazioni future.
Coerente è pensare al bene di chi è meno fortunato e in realtà fermarsi li. Pensare di risarcire chi ha perso tutto, e dargli solo le briciole. Avere a disposizione, come promessa, una marea di denaro e non avere presentato nessun progetto per incassarlo.
Incoerente è chi vuol vedere il prodotto prima di pagarlo, chi vuol dire la sua solo dopo aver saputo di cosa si parla, chi vuole appoggiare o meno ciò che è giusto e non ciò che potenzialmente potrebbe essere ingiusto e fare questo tutto a priori.
Incoerente è colui che: “dare moneta vedere cammello”, mentre è coerente colui che paga e poi si vedrà, non arriva quanto è stato pagato? Beh… pace!… ci abbiamo provato! Solo che chi paga siamo noi popolino, e chi ci dice “ci abbiamo provato” è quello che comanda: …eh no… così non ci sto!
Vediamo ora cosa succederà la Prossima settimana!
Il domani della coerenza, a mio avviso, non sarà poi così roseo come dovrebbe essere. Forse la vetustà di tale termine, ormai desueto, sarà ancora più marcata. Essere coerenti e saper mantenere fede alle promesse fatte in generale sarà ormai roba da ‘niubbi’ o da vecchi. Considerare ciò che fa parte delle nostre convinzioni, oppure lo ha fatto, dovrà passare sotto il capestro della valutazione dell’ultimo momento o ancora meglio della convenienza dell’ultimo minuto?
Rivalutare le certezze di una volta, quelle su cui abbiamo basato il nostro modus operandi, alla luce delle consuetudini diventerà prassi consolidata?
Ritengo che nel prossimo futuro questo vetusto termine sarà sostituito dal ben più inflazionato, ma confacente alle esigenze proprie, sostantivo: convenienza. Questa convenienza ci renderà migliori e risolverà non tutti, ma buona parte dei mali che oggi ci affliggono facendoci rinascere, stile araba fenice, da quelle che ormai sono ceneri sparse al vento?
Buona settimana ed al prossimo evento, intanto aspetto i vostri commenti.