'La politica vista dai giovani': …le riaperture
di Lorenzo Lauretano Care lettrici e cari lettori, bentornati alla rubrica "La politica vista dai giovani". Due settimane fa abbiamo affrontato il tema di attualità legato alle varie manifestazioni dei ristoratori avvenute a Roma e in molte altre città italiane.
È un tema molto discusso a livello nazionale e dopo le settimane passate, sembra che il governo inizi a comprendere le reali necessità di queste categorie. Non solo ristoratori o baristi, ma anche il mondo delle palestre e dell'intrattenimento hanno protestato visto il lungo periodo di chiusura che hanno dovuto affrontare negli ultimi mesi. E qui arrivano le riaperture. Ma è davvero cambiato qualcosa? Andiamo ad analizzare meglio la situazione.
Nel periodo precedente la Pasqua 2021, il governo sospese la "zona gialla" per tutte le regioni italiane, di fatto chiudendo bar e ristoranti a pranzo, nonostante questi avessero operato in sicurezza fino al momento prima. A dire il vero merita di essere menzionata anche la sospensione della "zona bianca", di cui ha potuto godere per poco più di una settimana la regione Sardegna. Tutto per impedire di creare assembramenti per le festività e per contenere il contagio. Passano venti giorni e il governo decide di istituire di nuovo la "zona gialla", che ritorna in quasi tutte le regioni della Penisola.
Torna, ma leggermente diversa da quella che conoscevamo. Tornano gli spostamenti tra regioni di colore giallo, ma rimangono invece le limitazioni di spostamento concernenti le visite ad amici e parenti, anche se il limite di persone è stato aumentato fino a 4 persone, minori esclusi. Ci sono delle novità anche per bar e ristoranti. Il decreto stabilisce che, per chi può ospitare all'aperto i propri clienti, potrà rimanere aperto nell'orario di cena. E inoltre è permesso ai ristoranti di rimanere aperti al chiuso dalle 5 alle 18. Il decreto, quindi, già condanna quei bar o ristoranti che non hanno la possibilità di ospitare persone all'aperto, per degli ovvi motivi legati alla struttura della propria attività.
Ed arriviamo al punto nevralgico di questo decreto. Il coprifuoco. Sì, perchè nonostante il decreto dia la possibilità di aprire a cena, non sospende il provvedimento liberticida del coprifuoco. Provvedimento che, a detta di qualcuno, funziona come deterrente, per ricordare a tutti di rispettare le norme anti-covid e ricordare la situazione che stiamo vivendo. Quindi si può cenare fuori, ma alle 22 si torna tutti a casa. È assurdo che si continui ad andare avanti con questa misura, quando non ci sono prove a favore della sua efficacia nel contenimento del contagio.
Quindi, ricapitolando, abbiamo queste grandi riaperture, tanto vituperate da alcuni virologi che già gridano al rischio elevato di un ritorno di contagi, che in realtà riaprono in maniera limitata solo alcuni della categoria, almeno fino al primo di giugno. E il governo deve capire che alcuni potrebbero non farcela ad arrivare fino a giugno. Chi vi scrive, spera che le cose cambino il prima possibile, per il bene di tutti.
Grazie per l'attenzione, ci troviamo qui tra due settimane con "La politica vista dai giovani". Vi aspetto!