'La politica vista dai giovani': ... la situazione afghana
di Lorenzo Lauretano Bentornati cari lettori e care lettrici al consueto appuntamento con "la politica vista dai giovani". Questa settimana affronteremo un tema di portata internazionale e di un'elevata importanza storica.
La settimana scorsa infatti, gli eserciti occidentali di stanza da quasi vent'anni in Afghanistan, hanno abbandonato lo Stato montagnoso nel cuore dell'Asia, dopo le trattative e gli accordi presi con i talebani negli anni scorsi. Potremmo dire che si tratta della fine di un'epoca, la fine di una guerra iniziata venti anni fa come "Guerra al terrore", dopo i fatti dell'11 settembre. La fine degli sforzi statunitensi ed occidentali in generale di esportare democrazia in giro per il mondo. Una cosa è certa, per la seconda volta nel giro di quarant'anni, l'Afghanistan rimane il cimitero degli imperi, avendo respinto i sovietici prima e gli americani dopo.
Quali sono però i risvolti dell'abbandono da parte delle nazioni occidentali di questo paese? Una prima conseguenza, che ci riguarderà in pieno e che già sta prendendo piede riguarda il tema dei rifugiati. Le molte persone che non vogliono morire sotto il regime dei talebani faranno di tutto per arrivare in Occidente. Già abbiamo visto le terribili immagini di quelle persone che pur di non restare nella loro patria hanno provato ad attaccarsi ad un aereo americano in decollo, con l'unica, terribile conseguenza, a cui sono andati incontro, ovvero la morte. O le strazianti immagini di madri, che pur di non far crescere i propri figli in un regime estremista islamico, cercano di farli passare attraverso il filo spinato, lanciandoli verso i soldati NATO ancora presenti. Un nuovo flusso migratorio si sta costituendo e l'Europa non è pronta.
Dal punto di vista geo-politico invece, abbiamo quindi un totale abbandono di qualsiasi tipo di influenza occidentale sulla zona, un regalo per i russi e soprattutto per i cinesi. Questi ultimi infatti non vedono l'ora di poter includere nella "Via della Seta" il territorio afghano. Un crocevia come l'Afghanistan, dove, con le giuste infrastrutture, può essere sede di importanti gasdotti. I cinesi in realtà non vedono l'ora di legare l'Afghanistan a loro per impedire ai turchi uiguri dello Xinjiang di avere una meta per potersi addestrare a resistere all'oppressione del regime comunista cinese. Ne viene da se che il nuovo regime afghano sarà portato a collaborare con la Cina comunista. Un paese da ricostruire ha bisogno di finanziamenti, e come già spiegato qualche mese fa nell'articolo sulla "Via della Seta", la Cina non aspetta altro per poter investire ed influenzare così qualsiasi paese le capiti a tiro.
L'Afghanistan è inoltre un paese ricco di risorse minerarie e non: oro, uranio, petrolio, bauxite, carbone, ferro, cromo e piombo, solo per citarne alcune. Tutte risorse che i talebani potranno scambiare con chiunque garantirà loro protezione ed aiuti economici. L'Occidente in questo ha fallito. Dopo vent'anni di guerra, vite e risorse sprecate per nulla, avendo lasciato il popolo e le risorse afghane in balia dei nostri avversari. Vi è inoltre un'altra riflessione che volevo riportarvi. Dopo questo fallimento, possiamo iniziare a pensare che è impossibile che, per quanto impegno ci si metta, si riesca ad esportare il nostro modello di Stato democratico in giro per il mondo. Certe nazioni, purtroppo, non sono ancora pronte per questo passo. E la conseguenza che certe azioni intraprese dall'occidente in giro per il mondo sono catastrofiche. L'Iraq e la Libia ne sono un perfetto esempio. Questi interventi hanno avuto l'unica conseguenza di rendere più miserabili le popolazioni che vi abitano, e più insicure le nazioni che stanno loro intorno, senza riuscire a dare democrazia e libertà che auspicavamo di esportare.
L'appuntamento termina qua, ci vediamo tra due settimane con "La politica vista dai giovani", vi aspetto!