'La politica vista dai giovani': …la protesta dei ristoratori
di Lorenzo Lauretano Benvenuti lettori e lettrici al nuovo appuntamento con la rubrica "La politica vista dai giovani". Questa settimana vorrei soffermarmi sui fatti avvenuti di recente, principalmente a Roma e poi nel resto d'Italia.
Come sappiamo, il mondo dei ristoratori è ormai da mesi limitato dalle restrizioni legate alla pandemia. Ora più che mai dopo la sospensione della zona gialla in cui si poteva tenere aperto un ristorante nell'orario di pranzo, i ristoratori sono costretti ad offrire il solo servizio di asporto ai propri clienti. Servizio che chiaramente copre marginalmente i costi sostenuti dalla categoria.
Voglio approfittare di questo spazio per rilanciare il grido di dolore di queste persone. Perchè oltre al lato economico, di cui parlerò successivamente, il trattamento ricevuto da chi dovrebbe tutelare i propri cittadini è stato indegno ed umiliante.
Li hanno costretti ad adottare una serie di protocolli per poter lavorare in sicurezza, i quali vista la situazione pandemica erano più che giustificati. Poco dopo furono costretti a chiudere, nonostante non vi fosse alcuna evidenza scientifica nell'impatto sulla crescita dei contagi da parte della frequentazione dei ristoranti. E ad oggi abbiamo delle persone che sono stanche di non poter lavorare. Specialmente perchè come detto sopra, potrebbero tranquillamente operare in sicurezza. Dal lato economico, invece, abbiamo un settore importantissimo per il nostro Paese e soprattutto per la nostra provincia. La ristorazione è un punto nevralgico fondamentale per la nostra economia locale, data l'ampia diffusione del settore all'interno della provincia.
È legato poi a doppio filo con il settore turistico, specialmente con l'avvicinarsi dell'estate. Poi , è di comune conoscenza che il settore lavori molto di più durante le festività natalizie e pasquali, raddoppiando o anche triplicando gli incassi di una giornata regolare nei giorni di Natale, capodanno e Pasqua. Purtroppo per la categoria i periodi festivi dell'ultimo anno sono stati periodi bui, in quanto da un anno a questa parte le festività si sono svolte esclusivamente in casa, non permettendo l'apertura dei ristoranti e recando loro un danno enorme. E dopo un anno in queste condizioni e con l'eventuale rischio di continuare a stare chiusi è comprensibile che ci sia dello scontento, dei malumori tra la categoria. La protesta avvenuta a Roma è un forte messaggio dato al governo.
Per far sentire il loro grido di aiuto si sono dovuti recare davanti al Parlamento. E la cosa che personalmente mi indigna è che esistono persone che provano a liquidarli come facinorosi fascisti. Chiariamoci, la violenza è sempre da condannare e mai giustificata verso chiunque, che sia un privato cittadino, una forza dell'ordine od un politico. Ma il tentativo di alcuni di liquidare con tali termini la disperazione di una categoria è veramente deludente.
Personalmente ho parlato con alcuni membri della categoria durante la protesta a Grosseto il 9 di Aprile e vi posso assicurare che non ho visto spiriti violenti in nessuno di loro. Ciò che ho visto però è la rabbia, la delusione e la disperazione di singoli individui. Padri, madri, giovani imprenditori, ristoratori storici. Persone con il solo ed unico bisogno di tornare a lavorare. La speranza comune è che il governo senta il loro grido di aiuto e che provveda nel futuro immediato alla riapertura della categoria.
Si conclude così l'appuntamento odierno, vi ringrazio per l'attenzione e vi aspetto tra due settimane!