'La politica vista dai giovani': ... La disputa dei sottomarini
di Lorenzo Lauretano Bentornati cari lettori e care lettrici alla rubrica "La politica vista dai giovani". Questa settimana affronteremo un tema che è passato in secondo piano nella narrazione mediatica nazionale, ma che ha un grande impatto geopolitico, e si ricollega in parte ad un concetto già affrontato qualche tempo fa.
Andiamo con ordine. La Francia aveva stipulato nel 2016 un contratto da 34 miliardi di euro con l'Australia, per la fornitura di 12 sottomarini "Shortfin Barracuda". L'Eliseo si era accaparrato questo appalto vantaggioso, portando nel loro paese non solo il mero compenso, ma anche la creazione di posti di lavoro nei cantieri navali per la produzione dei 12 sottomarini. Ma la Francia non aveva previsto il cambio di strategia che gli Stati Uniti stanno pian piano adottando.
Difatti dalla sconfitta dello Stato Islamico, gli USA stanno lentamente spostando la loro attenzione dal medio oriente e dall'Europa al teatro del Pacifico. Cambiamento effettuato in chiara funzione anti-cinese. Con l'intenzione ,neanche troppo velata, di legare tutti i paesi del Pacifico minacciati dalla Cina a sé, gli USA hanno iniziato a stringere i rapporti economico-militari con i suddetti. E la Francia è la prima "vittima" di questa politica. Nei fatti, gli Stati Uniti hanno scavalcato i francesi vendendo all'Australia i propri sottomarini a propulsione nucleare. Con il benestare del Regno Unito. Le decisioni prese porteranno sul lungo periodo ad una maggiore collaborazione tra i paesi anglo-sassoni e alla formazione di un fronte di contenimento nei confronti della Cina. Non è un caso che nella stessa zona un paese come il Giappone, demilitarizzato dal 1945, si stia pian piano riarmando, sia dal punto di vista militare che dal punto di vista navale.
E in tutto questo rimane la Francia, sola con il suo "grandeur", e relegata in secondo piano, impotente nei confronti di queste mosse geopolitiche, che effettivamente, non la riguardano. La ritorsione francese non è stata neanche delle più mature, vista la decisone di ritirare gli ambasciatori da Washington e da Camberra. Ma non da Londra, definita in una nota del ministro degli esteri francese un "junior partner" degli Stati Uniti. Ironicamente potremmo dire che il 2021 non è stato un anno fortunato per i nostri cugini d'oltralpe, ma è pure vero che certe avventure economiche dall'altra parte del mondo, portate avanti come se fossimo nel secolo scorso, portano un notevole rischio, specialmente nella zona del Pacifico, zona di future contese tra Stati Uniti e Cina.
L'appuntamento termina qua, ci vediamo tra due settimane con "La politica vista dai giovani", vi aspetto!