'La politica vista dai giovani': …il vizio delle 'mancette'
di Lorenzo Lauretano Bentornati lettori e lettrici all'appuntamento con "La politica vista dai giovani". Quest'oggi affronteremo un tema, venuto fuori la settimana scorsa, che mi ha molto colpito.
Dunque l'argomento che verrà trattato oggi riguarda i “bonus” per i giovani, cercando di analizzare i pro e i contro, quindi le coperture e l'eventuale utilità o inutilità di tali bonus.
La settimana scorsa il segretario del Pd, partito azionista della maggioranza attuale, ha proposto di creare un bonus chiamato "Dote" per i giovani. Un bonus che dovrebbe servire a risarcire del periodo buio della pandemia i giovani con una dotazione di 10.000 €, e finanziata con il metodo preferito della sinistra italiana, ovvero una bella patrimoniale sui famosi "grandi capitali".
Che poi se questi grandi capitali sono solo l'1% della popolazione che gettito finanziario si pensa di ottenere? Praticamente è una versione molto più sostanziosa del famoso "Bonus Renzi" per i 18enni, il quale bonus prevedeva dei meri (ma più realistici) 500€ al compimento del diciottesimo compleanno. Chi sostiene la proposta di Letta, dice che è giusto tassare i ricchi, perché non è giusto che questi ultimi posseggano le ricchezze che possiedono, visto che il sistema liberista li ha favoriti a scapito del resto della popolazione. In poche parole, è la solita forca ed invidia sociale che tanto piace ai "compagni".
C'è questa pessima concezione, inoltre, che ai giovani basti avere dei soldi una-tantum per essere accontentati e, possibilmente zittiti. È la seconda volta che il PD pensa ad un bonus in tal senso e sinceramente, viste le condizioni economiche in cui versa l'Italia attualmente, non mi pare sia giusto né verso la società, né verso noi stessi. Ricordiamoci che tutti i vari bonus che lo Stato può fornire ai cittadini devono essere coperti in qualche modo. La regola generale è che ad ogni sussidio corrisponde una tassa per finanziarlo. A parere mio sarebbe di gran lunga più utile pensare a come riformare il mercato del lavoro, cercando di facilitare l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro.
Oppure una riforma radicale del sistema pensionistico, per permettere anche alle generazioni di lavoratori attuali di poter godere un giorno della propria pensione. Oppure ancora, se si vuole sostenere le giovani famiglie, concediamo loro degli sgravi fiscali a seconda dei loro bisogni. Noi giovani non meritiamo di essere trattati così, non meritiamo le "mancette" statali, per poi starcene zitti e buoni. Meritiamo un futuro concreto che non si garantisce con fondi dati a perdere. Perché sia chiaro, tutti questi sussidi sono soldi a perdere. Basti guardare l' (in)utilità del Reddito di Cittadinanza. Il principe di tutti i sussidi, il provvedimento che a detta dei suoi proponenti avrebbe sconfitto e cancellato la povertà dalla nostra Nazione. Il risultato è che ora ci ritroviamo con qualche miliardo di spesa in più nel bilancio statale. Nella situazione di emergenza in cui ci troviamo non sarebbe stato meglio utilizzare questi miliardi per risarcire le attività chiuse?
La società italiana deve poter garantire un futuro ai propri giovani e per farlo deve apportare delle modifiche radicali ad alcune sue caratteristiche. Dobbiamo liberarci da questa concezione sbagliata del mondo giovanile, e imprimere bene il concetto che se non vi è la concreta possibilità di un futuro dignitoso, si rischia che la maggior parte dei giovani abbandonino la propria patria per andare, giustamente direi, a cercare fortuna altrove. E una Nazione che si lascia sfuggire le proprie future generazioni è una Nazione destinata a fallire. E l'Italia e i suoi giovani non meritano questo.
Siamo giunti al termine dell'appuntamento odierno, ci vediamo tra due settimane!