‘La politica vista dai giovani’: … il pericolo dell'astensionismo
di Lorenzo Lauretano Bentornati cari lettori e care lettrici alla rubrica "La politica vista dai giovani". Come sappiamo, il mese di ottobre è stato un mese intenso dal punto di vista politico, con le elezioni amministrative giunte nelle maggiori città italiane, oltre che a Grosseto.
Un mese di comizi, promesse ed accordi da Torino a Napoli e da Trieste a Roma. L'esito delle maggiori tornate elettorali è chiaro, il centro-sinistra mantiene Milano, Napoli e Bologna e strappa agli alleati pentastellati Torino e Roma, mentre il centro-destra mantiene saldo il governo di Trieste, senza riuscire purtroppo a vincere nelle altre grandi città. Ma tutte queste tornate elettorali hanno in comune un dato importantissimo, la cui lettura è, da un certo punto di vista, terrificante. Mi riferisco ovviamente al dato sull'astensione al voto da parte dei cittadini. È molto grave per lo stato di salute di una democrazia che i propri cittadini scelgano di non esprimersi con l'unica arma che hanno a loro disposizione, il voto. C'è chi sostiene che valga in questo caso la massima "chi tace acconsente". Ma purtroppo non è così. Gli italiani sono stanchi. Stanchi della pandemia e stanchi di una classe politica (salvo eccezioni) miope e sorda, che rimane totalmente staccata dalla realtà. Chi non si addentra né si forma politicamente non fa distinzione tra dinamiche nazionali e dinamiche locali, ai loro occhi la politica è politica, che venga effettuata nelle Camere a Roma oppure nel consiglio comunale. In quest'ultima legislatura abbiamo assistito a dei giochi di potere e di palazzo al limite del ridicolo.
Personalità politiche che fino al giorno prima erano nemici mortali (gli amici delle banche e gli incompetenti, come era solito apostrofarsi tra di loro) si stringono la mano e si accordano per formare una nuova maggioranza per impedire di tornare alle elezioni, impedendo quindi una vittoria assicurata del centro-destra. Giochi di palazzo assolutamente leciti, sia chiaro, ma che fanno perdere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni politiche. Poi è arrivata la pandemia e la gestione pessima da parte del governo in carica all'epoca. E dopo una lunga crisi invernale siamo giunti all'attuale governo, dove all'asse di centro-sinistra si sono aggiunti due terzi del centro-destra, scoraggiando ancora di più l'elettorato. La situazione inverosimile dove il PD è alleato della Lega e il M5s è alleato di Forza Italia e del tanto vituperato Berlusconi. Certo, i rapporti tra le forze restano esclusivamente nel perimetro governativo, ma agli occhi del cittadino che non mastica il politichese è comunque uno smacco vedere il proprio partito alleato del "nemico giurato". E arriviamo alla riflessione sull'astensione. Prendendo come esempio Roma, la maggiore astensione è venuta dalle periferie, nei quartieri dove vi è il disagio più elevato. Cittadini che sopravvivono a stenti, i quali perdono la fiducia nella classe politica. Ed è una constatazione terrificante, nel senso che si corre il rischio che questi ambienti fungano poi da calderone per movimenti estremisti e sovversivi (anarchici, black block ecc...), i quali hanno l'unica funzione di recare danno alla società e di rovinare ulteriormente le vite di chi ha perso la speranza.
Ritengo quindi che si debba cercare di ricostruire in tutti i modi il rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni, tra elettori e partiti politici, e serve che chi fa politica, come dirigente, come eletto o come semplice militante dia il massimo e faccia del proprio meglio per ricostruire questo rapporto ormai deteriorato.
L'appuntamento si conclude, vi aspetto tra due settimane con "La politica vista dai giovani".