‘La politica vista dai giovani’: …il nuovo Governo
di Lorenzo Lauretano Bentornati care lettrici e cari lettori alla rubrica: "La politica vista dai giovani". Nell'appuntamento di questa settimana ci spostiamo dall'ambito internazionale a quello locale, andando ad analizzare l'evoluzione politica italiana dei due mesi passati e la formazione del nuovo governo Draghi.
Andiamo per ordine: come tutti sanno, da dicembre 2020 vi era aria di crisi all'interno della maggioranza del governo Conte-bis. Crisi che poi si è verificata con tutte le conseguenze del caso, quando due ministre ed un sottosegretario hanno presentato le dimissioni a metà gennaio.
Dopodiché vi è stato un giro di consultazioni presiedute dal presidente della Camera, il quale però non è riuscito a rinsaldare i rapporti della maggioranza giallo-rossa per un eventuale Conte-ter. Ed ecco che a quel punto, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, convoca Mario Draghi al Quirinale, per concedergli l'incarico per formare il Governo.
Tutti conoscono Mario Draghi, accademico, banchiere, noto per essere stato presidente della Banca Centrale Europea durante la crisi del debito sovrano europeo. Dopo il famoso discorso del "whatever it takes" del 2012, dove annuncia che la BCE avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere dalla speculazione l'Euro, inverte successivamente la rotta rispetto alle politiche di austerità, volute perlopiù dall'asse franco-tedesco, ed avvia nel 2015 il processo di "Quantitative Easing", permettendo così alla BCE l'acquisto dei titoli di Stato dei paesi UE in difficoltà. Ciò che ci si aspetta da una figura del genere è, quantomeno, la gestione ottimale dei fondi del "Next Generation EU", oltre che della crisi economico-sanitaria.
Si procede quindi alla formazione della maggioranza, composta dai partiti del Conte-bis e in aggiunta Forza Italia e Lega. Una maggioranza eterogenea, che però serve a sostenere un governo di unità nazionale. Non vi nascondo che fino a questo punto, il sottoscritto era favorevole alla nascita di questo governo. È al momento della nomina dei ministri che iniziano i dubbi. Il Governo formato è composto parzialmente da tecnici, specialmente nei ruoli chiave come il ministero dell'Economia, e il restante da politici, dove però personalmente mi aspettavo un cambio sostanziale rispetto al governo precedente, che però non è avvenuto.
Soprattutto per la conferma del ministro degli Esteri e del ministro della Sanità. Quello che doveva essere un governo di unità nazionale, sembra sempre di più, un governo di larghe intese (e sappiamo bene quanto duri poco questo tipo di governo). Un "Conte-ter", senza Conte ma con Draghi, facendo sembrare quindi la crisi di governo precedente, “più una bizza”, che una seria necessità. Sinceramente il dubbio più grande è verso la gestione economica e sanitaria. Come si farà a conciliare una ripresa economica con una visione chiusurista da parte del ministero della Sanità?
Solo il tempo ci darà una risposta. Detto questo, è chiaro che chi vi scrive auspica in un buon esito del lavoro del governo, poichè è da questo che dipenderà la vita di tutti noi, sia dal punto di vista sanitario, che dal punto di vista economico.
L'appuntamento di questa settimana termina qui, ci ritroviamo tra due settimane. Vi aspetto!