Istituto Falusi: dalla rete le prime informazioni sulla situazione dell'istituto

Massa Marittima: "Le dimissioni del Presidente e CdA dell’Istituto Falusi sono sopraggiunte per la mancanza di risposte istituzionali alle numerose sollecitazioni e proposte.Questo - si legge nella nota di Paolo Mazzocco, Fiorenzo Borelli e Luciano Fedeli - è quanto è emerso dalla diretta face book sull’argomento. Un atto dovuto con il quale i consiglieri hanno voluto fare per cercare di imprimere quella spinta che avrebbe posto all’attenzione le difficoltà dell’istituto.

Un istituto che giorno per giorno ha perdite in termini economici sulle quali risulta urgente procedere ad un piano di riorganizzazione strutturale che vada ad aggredire quelli che sono i punti di debolezza.

L’affitto della Regione che incide per oltre 100mila euro è uno dei punti ma a seguire c’è necessità di dare un riassetto organizzativo al personale andando a soluzioni condivise con le parti sociali.

Aumentare anche la produzione adottando sia servizi già da tempo deliberati dalla ASL e mai messi in funzione e mantenendo l’assistenza domiciliare che può rappresentare anche un’opportunità di impiego alternativa per i lavoratori usurati da un’attività pesante sotto il profilo fisico e psicologico.

L’atteggiamento del Sindaco Giuntini, sia prima che successivamente alle dimissioni, più volte interpellato e sollecitato anche in consiglio, è stato scoraggiante e scorretto istituzionalmente. Così come quello dei sindaci Benini e Biondi che hanno avuto un atteggiamento distaccato e assente.

Una situazione che desta preoccupazione considerando che l’ASP Falusi ospita oltre 100 anziani, ha un significativo bacino occupazionale e riveste un alto significato sociale per tutta l’area delle Colline Metallifere".

L’analisi risulta impietosa da parte di Fedeli e Borelli e lascia poco spazio alle interpretazioni.
Fedeli ricorda che l’ultimo bilancio chiuso in attivo risale all’esercizio 2015 e già erano state messe in evidenza alcune criticità sulle quali erano state prospettate alcune azioni ma nulla o poco si è mosso e non è certo da imputare ai consigli che si sono succeduti mai messi in condizioni di fare delle scelte supportate dalle istituzioni locali.
In più si aggiunga che il bilancio 2019 si è chiuso con un disavanzo di 90mila euro e quanto fatto dal CdA non è mai stato valutato come dichiarato e dimostrato dalle dimissioni di tutto il consiglio.

Borelli ritiene che la vicenda sia paradossale e sia stata gestita con una buona dose di irresponsabilità. Nulla è stato riferito al consiglio e mai in questi 15 mesi una comunicazione in merito è stata fatta su quanto stava accadendo. Facile scaricare la colpa sulla pandemia o sulle minoranze che non hanno mai chiesto, chi governa ha in carico la responsabilità di coinvolgere tutte le forze per raccogliere anche indicazioni e proposte, nonché sostegno, per questo tipo di problemi. Invece si preferisce decidere tutto a Firenze scavalcando e svuotando il ruolo dell’assemblea consiliare e offendendo i principi basilari della democrazia.

"Oltre che a pretendere di conoscere gli sviluppi della situazione, ricordando che da oltre un mese l’istituto è senza guida, verranno avanzate delle proposte da inserire in una seduta che, auspichiamo, sia convocata quanto prima per comprendere e soprattutto dare risposte alla comunità, agli ospiti e ai lavoratori e rappresentare ai cittadini un altro onere che incolpevolmente saranno costretti a pagare.
Riteniamo - concludono Mazzocco, Borelli e Fedeli - che su argomenti di questo tipo più che sufficienza ci voglia senso di responsabilità per aprire un confronto trasparente, chiaro e pubblico che faccia uscire l’istituto dal tunnel nel quale è stato spinto".