'Il leopardo dagli occhi di ghiaccio' al Museo di storia naturale della Maremma
Venerdì 30 luglio una conferenza sui “grandi Felidi” con il professore emerito Sandro Lovari
Grosseto: Tutti i segreti di uno degli animali più affascinanti del mondo: il leopardo dagli occhi di ghiaccio. È il tema della conferenza in programma venerdì 30 luglio alle ore 18.30 al Museo di storia naturale della Maremma (ingresso libero e gratuito, ma è richiesta la prenotazione nella sezione Eventi del sito del museo; info: 0564 488571).
All'evento organizzato dalla struttura museale di Fondazione Grosseto Cultura interverrà Sandro Lovari, già professore ordinario di Zoologia all’Università di Siena e attualmente professore emerito del Museo di storia naturale della Maremma. «Il leopardo delle nevi, che gli zoologi chiamano “Panthera uncia” – spiega Andrea Sforzi, direttore del Museo di storia naturale della Maremma – è un’icona che evoca la vastità e i silenzi dei più alti complessi montuosi dell’Asia.
Scopriremo curiosità sulla sua biologia e su quella delle altre specie che vivono negli habitat da lui frequentati, ma comprenderemo anche la difficoltà della sua conservazione. Da aspre montagne e sconfinati pianori, ad altitudini che sfiorano i cinquemila metri, gli unici segni di presenza di questo animale sono solo le sue orme, i tipici “scrapes”, cioè le raspature cuoriformi prodotte sul terreno, e molto più raramente il suo malinconico richiamo miagolante. Segni percettibili solo a chi sa osservare e ascoltare la montagna».
La parola all'esperto, per una piccola anticipazione dei temi della conferenza: «Man mano che aumenta la popolazione umana, trasformando gli ambienti naturali in campi coltivati – scrive Lovari – la sopravvivenza dei Felidi, soprattutto quelli di grandi dimensioni, è sempre più a rischio. Senza una cooperazione tra scienziati e politici, senza un miglioramento culturale del pubblico che eserciti adeguate pressioni sui politici, questi magnifici animali non potranno essere protetti ancora a lungo da quello che attualmente è il loro peggiore nemico: noi uomini».