Il Comune di Sorano dice no all’eolico

Il Consiglio comunale mercoledì 9 ottobre chiamato ad esprimere il proprio dissenso al progetto “Energia Sorano” che prevede 8 pale nel territorio di monte Elmo. Nove osservazioni in un documento di 60 pagine

Sorano: Mercoledì 9 ottobre alle ore 17 si riunisce il Consiglio comunale di Sorano. All'ordine del giorno la delibera per dichiarare il dissenso all’installazione di impianti eolici nel proprio territorio in virtù del progetto per un impianto eolico industriale denominato "Energia Sorano", proposto dalla società Fred Olsen Renewables Italy S.r.l. Il piano, che prevede l'installazione di otto aerogeneratori di grandi dimensioni, è attualmente sottoposto alla procedura di Valutazione di impatto ambientale (VIA) al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

«Vogliamo dare ancora più forza al nostro dissenso attraverso una presa di posizione formale in Consiglio comunale – spiega il sindaco Ugo Lotti –: sono certo che anche le minoranze approveranno le osservazioni e sosterranno l’azione dell’ente comunale contro questa tipologia di impianti».

Il Comune di Sorano ha presentato 9 osservazioni al progetto, evidenziando numerose criticità ambientali e paesaggistiche. Tra le principali preoccupazioni emerge l’incompatibilità dell’impianto con le caratteristiche paesaggistiche e culturali del territorio, una zona storicamente nota per la sua bellezza naturale e il suo patrimonio archeologico.

E non solo: c’è da tenere presente anche l'impatto potenziale sulla biodiversità locale, con particolare riferimento alle rotte migratorie degli uccelli e agli habitat dei chirotteri, che potrebbero essere compromessi dall’installazione delle turbine. Inoltre, l'impianto interferirebbe con diversi siti Natura 2000, aree cruciali per la conservazione della biodiversità in Toscana. Questi sono solo alcuni dettagli delle 9 osservazioni inserite in un documento di 60 pagine.

«Questi progetti vengono calati dall’alto, non si tiene conto del parere della comunità locale e questo è il primo punto che va evidenziato – spiega il sindaco Ugo Lotti –. Come abbiamo fatto per il progetto che ricadeva anche sul Comune di Pitigliano, che prevede alcune pale anche nel nostro territorio, torniamo a ribadire la nostra totale contrarietà. Nella nostra stessa situazione si trovano altri enti comunali, come appunto Pitigliano ma anche Manciano, a noi vicini e con i quali condividiamo l’opposizione a tali impianti.

Il parco eolico proposto sulla montagna di Elmo, ricade in un territorio a forte valenza ambientale. Il contesto collinare ha elementi imprescindibili di tutela, legati alla storia ultra millenaria di quest’area: il turismo rappresenta un asset fondamentale per i nostri territori e veniamo scelti come meta proprio per le nostre caratteristiche paesaggistiche.

Portiamo queste osservazioni in Consiglio comunale perché vogliamo dare ancora più forza al nostro messaggio e non solo. Il primo impegno del Comune deve essere quello di adottare in sede regolamentare tutte quelle misure a tutela del territorio, impedendo l’assalto eolico, per esempio nel Piano strutturale in corso di definizione. Vogliamo poi approvare un piano energetico comunale, con mappatura ben definita dei beni e delle aree sottoposte a tutela e vincoli paesaggistici. Inoltre crediamo che a questo punto sia necessario promuovere un coordinamento per opporsi ogni qualvolta arrivino altri progetti che interessano le nostre zone. Il territorio tra la Toscana ed il Lazio è soggetto ad un attacco di speculazione energetica da parte di imprese che mirano al lucro di breve periodo, incoraggiato anche dagli incentivi pubblici, con una fase che rischia di minare l’identità culturale ed economica del territorio.

Gli impianti eolici, hanno elementi che dissacrano il profilo del territorio e determinano anche un danno diretto sulla salute umana a livello uditivo e neurologico, oltre che a flora e fauna.

A ciò si aggiunge l’altro grave problema ecologico che riguarda lo smaltimento degli impianti a fine vita, i cui costi saranno esorbitanti e che se abbandonati, come è già stato documentato in altri contesti nazionali, ricadrebbe sulla comunità anche il costo della loro bonifica.

Questi progetti calati dall’alto, infatti, non solo eliminano pascoli e aree agricole, ma non creano nemmeno un incremento di posti di lavoro. Si riduce inoltre il valore dei terreni e dei fabbricati, anche di quelli che si trovano a distanze ragguardevoli, di contro si creano minacce economiche anche per il settore turistico che costituisce una fonte primaria di reddito per tutta l’area.

Voler forzosamente imporre al nostro territorio modelli di sviluppo ideati altrove e per altri contesti, equivale a sradicare un consolidato modello di gestione agroturistica a favore di un asservimento ad una produzione energetica che verrebbe peraltro destinata a soggetti terzi, dato che la nostra provincia è pressoché già autonoma dal punto di vista energetico. Peraltro, l’extra-produzione non potrebbe nemmeno essere assorbita dalla rete per limiti di capacità.

Infine ci sono alternative energetiche meno impattanti dal punto di vista ambientale e territoriale, che invece vengono prese poco in considerazione, mi riferisco ai pannelli fotovoltaici su tutti i tetti delle abitazioni rurali e non, sui capannoni e sui fabbricati industriali compresi anche quelli in disuso».