Gruppo d’Intervento Giuridico onlus: 'Aperto un procedimento penale sul taglio dei pini di via Mascagni'

Grosseto: "La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto ha aperto un procedimento penale in relazione all’avvenuto taglio, su iniziativa dell’Amministrazione comunale del Capoluogo maremmano, di 52 esemplari di Pinus lungo la Via Mascagni, oggetto di forti contestazioni popolari". A dirlo in una nota è Stefano Deliperi per il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

"In proposito, su segnalazioni accorate di cittadini, - prosegue Stefano Deliperi - l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva inoltrato (17 marzo 2020) una specifica istanza al Ministero dell’ambiente, al Comune di Grosseto e ai Carabinieri Forestale, informando per opportuna conoscenza anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto.

pini via mascagni (5).JPGL’obiettivo dell’amministrazione comunale di Grosseto, sarebbe quello di risolvere così i problemi sul manto stradale determinati dall’apparato radicale dei Pini, pur sussistendo tecniche disponibili per salvaguardare la sistemazione viaria e l’alberatura".

"Non solo - continua - nel periodo primaverile ed estivo sono vietati tutti gli interventi che possano disturbare la riproduzione dell’avifauna selvatica (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.,). Tali divieti sono ripresi dall’art. 79, comma 2°, della legge regionale Toscana n. 30/2015 e s.m.i.

Il disturbo/danneggiamento/uccisione delle specie avifaunistiche in periodo della nidificazione può integrare eventuali estremi di reato, in particolare ai sensi dell’art. 544 ter C.P.".

"In pieno periodo di emergenza sanitaria dettata dalla devastante pandemia di coronavirus COVID 19, il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna dispose con ordinanza n. 47 del 6 marzo 2020 l’avvio dei lavori di taglio dell’alberata di Via Mascagni, pur citando nell’atto la nidificazione in corso, per motivi di sicurezza stradale, senza considerare che l’imposizione di limiti di velocità contenuti (es. 30 km/h) avrebbero potuto ridurre ogni pericolo, quantomeno durante il periodo della riproduzione dell’avifauna selvatica (marzo – luglio). Ora la Procura della Repubblica effettuerà le proprie valutazioni", così termina la nota.