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Giorno della Memoria: seduta solenne a palazzo del Pegaso
Eugenio Giani: “mantenere vivo il senso della memoria, per un futuro di pace”; Monica Barni: “la pratica della memoria è anche oggi una sfida”.
di Paola Scuffi
Firenze: “Questa è l’ultima occasione della X Legislatura per celebrare insieme il Giorno della Memoria, quando 75 anni fa le truppe della coalizione entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, aprendo all’attenzione mondiale lo scellerato Olocausto che ha portato alla morte di 6milioni e mezzo di persone, il momento più basso della civiltà umana”. Così ha esordito il presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani, aprendo la seduta solenne a palazzo del Pegaso, alla presenza di autorità, associazioni, cittadini e testimoni “della drammaticità e assurdità cui può arrivare la mente umana”.
Il presidente ha continuato il proprio intervento ringraziando la Regione Toscana per l’impegno a tenere alto il ricordo, ora attraverso il Treno della Memoria, ora attraverso meeting e incontri che coinvolgono soprattutto le giovani generazioni. “Ragazzi e ragazze che rimanevano attoniti di fronte alle testimonianze e ai ricordi dei sopravvissuti, immersi nei luoghi dell’orrore e delle atrocità, come ho potuto leggere nei loro occhi nel 2017, quando ho partecipato, insieme a loro, al Treno della Memoria”. Da qui l’impegno, forte e solenne, rivolto a tutti: “far sì che, al di là della retorica, nei giovani (che avranno sempre più difficoltà a trovare testimoni) cresca e resti sempre vivo il senso della memoria, perché il nostro futuro ha bisogno di soggetti attivi, per allontanare le discriminazioni e lavorare per la pace”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la vicepresidente della Giunta regionale, Monica Barni, che si è soffermata sull’”importanza fondamentale della pratica della memoria, che anche oggi rappresenta una sfida da vincere”. E dopo aver ringraziato le università, per aver collaborato insieme alla Regione a una ricerca che ricostruisce il quadro di ciò che sta avvenendo in Toscana, la vicepresidente ha affermato: “Il razzismo si presenta diversamente rispetto al passato, ma è oggi un fenomeno che ha un potenziale enorme di diffusione, nella cassa di risonanza dei social network e nelle piaghe e nelle pieghe di un disagio, che è tornato ad affollare i cieli d’Europa”.
“Per combattere le forme di indifferenza e di pregiudizio verso l’alterità occorre un grande impegno di informazione e sensibilizzazione, da parte della scuola e dell’intera società – ha sottolineato – perché come le leggi razziali non furono un incidente di percorso, oggi dobbiamo prendere sul serio tutte quelle parole che possono essere ricondotte alla sfera del razzismo e della xenofobia”. “A tutti noi il compito di incidere nel presente per costruire relazioni di pace – ha concluso – attivarsi per politiche della memoria capaci di sottrarre la memoria al gioco politico”.