Gessi Rossi: 'I confederali stanno con con i padroni'

Grosseto: "L'estate scorsa - si legge nella nota di Francesco Ladu per la Federazione del Sociale USB Toscana - è iniziata una battaglia importante nel Comune di Civitella Paganico e Campagnatico, quella contro il deposito di un milione di metri cubi dei gessi rossi, generati dagli scarti di lavorazione del biossido di titanio, nella cava di Pietratonda.

Il Comitato di Paganico che ha iniziato la mobilitazione, l’informazione e la lotta, ha sostenuto e documentando che non si tratta di un ripristino dei profili preesistenti della cava, ma di una discarica senza i previsti impianti prescritti dalla legge ed è riuscito a far entrare nella battaglia pubblica anche il Comune di competenza, cioè Campagnatico, che con Crisanti inizialmente era stato in silenzio.

Il Comitato ha raccolto tra i cittadini molte firme per ottenere una Inchiesta Pubblica e poter dare ai cittadini anche le informazioni contrarie al progetto voluto dalla Venator, ex Tioxide, multinazionale americana, ma la Regione non l’ha concessa. Da notare il silenzio del Sindaco e Presidente della Provincia Vivarelli Colonna: nonostante gli Uffici tecnici pubblici abbiano segnalato rischi di inquinamento delle falde idriche che arrivano sotto la città di Grosseto, si è infine esposto qualche settimana fa lodando la Venator assieme a Confindustria Grosseto.

Nei giorni scorsi è stato dato alle stampe un vergognoso comunicato congiunto di CGIL CISL e UIL, che non chiede maggiori informazioni e un dibattito pubblico, ma si limita a scagliarsi contro comitati e ambientalisti, accusandoli di non difendere i lavoratori e le lavoratrici della Venator. Questo allineamento dei confederali alle ragioni di Confindustria è lo stesso che vediamo a Santa Fiora con la Geotermia, con l’avallo del PD. A Livello regionale lo vediamo a Carrara con l'escavazione selvaggia che provoca lo sversamento della marmettola prodotto cancerogeno come il gesso rosso, anche lì c'è la stessa ammucchiata confederali\Confindustria che si comporta allo stesso modo con il ricatto occupazionale legato anche all'arte, noi anche li come USB e movimenti stiamo lottando per la difesa dell'ambiente.

A livello nazionale lo vediamo con la inutile e dannosa TAV in Piemonte e con la mortale Ilva di Taranto. Anche qui noi vorremmo dire ai lavoratori e alle lavoratrici della Venator che non vogliono subire il ricatto, che contrappone lavoro a salute e diritti è sempre sbagliato. Ma sta alla politica - conclude Francesco Ladu - dare ad essi una risposta alternativa, invece che allinearsi acriticamente al padronato e in particolare ad una multinazionale con sede negli Usa nella propria subalterna impotenza".