Violenza sulle donne. L'ultimo fatto di cronaca è accaduto ieri sera alla stazione di Grosseto
Emanuele Perugini: 'Ben cinque anni fa, ci era stato assicurato che l'amministrazione, si sarebbe impegnata a tutto campo per la sicurezza'. Grosseto: "E' ora di dire basta, - dice Emanuele Perugini - dall'inizio dell'anno non si contano più i casi di violenza consumati a danno di donne. Le pagine di cronaca ci hanno purtroppo abituato a questa triste piaga che, a quanto pare, negli ultimi tempi ha conosciuto preoccupanti livelli di crescita".
"E non basta, - prosegue Perugini - per giustificare questa triste tendenza la pressione psicologica causata dal contesto restrittivo della pandemia. Molti, troppi uomini, ragionano ancora oggi in termini di possesso e vedono la donna non solo come oggetto di desiderio ma come bersaglio privilegiato della loro morbosità malata. Questo nonostante esista una convenzione internazionale per i diritti umani che riguarda la tutela e la protezione della donna.
Le legge nazionale del codice rosso, rinnovato e rafforzato dall’ex guardasigilli Bonafede, ha recepito questi principi e dato forma ad un impianto normativo teso a contrastare i casi della violenza di genere. Eppure, nonostante tutto, e l'attenzione dimostrata dal legislatore negli ultimi anni in materia, le violenze continuano inesorabili".
"Grosseto, - spiega - con l'ultimo fatto di cronaca, dimostra quanto questo fenomeno ci riguardi più da vicino di quanto si pensi. Non è pensabile che in una città di poco più di 70.000 abitanti si possano generare situazioni di rischio, tali da degenerare in fatti incresciosi come quello successo alla stazione ieri. E non è certo la prima volta. Eppure, ben cinque anni fa, ci era stato assicurato che l'amministrazione, appena insediata, si sarebbe impegnata a tutto campo per la sicurezza, impiegando ingenti mezzi e risorse, arrivando addirittura ad indicare un assessorato ad hoc. Tutto questo per dare vita ad un programma che, a detta di chi si candidava per diventare sindaco, avrebbe garantito alla città sonni tranquilli.
E invece basta guardarsi intorno, o leggere i giornali, per rendersi conto che quanto di immaginato allora non si è trasformato in nulla di reale. Microcriminalità in aumento e ampie zone della città, che una volta erano luoghi d'incontro, divenute terra di nessuno o, peggio, piazze di spaccio a cielo aperto. Il timore è che per questa classe dirigente, che del sensazionalismo mediatico ha fatto la sua bandiera, il ripristino della legalità ricopra una posizione estremamente marginale nella loro agenda politica e che, in vista delle prossime elezioni, verranno ancora una volta fatte facili promesse a cui, è ben chiaro a tutti, non seguiranno fatti concreti. Vivere in una città sicura e a misura di persona è un diritto di tutti. E non può certo diventare merce elettorale da barattare a buon mercato in cambio di mero consenso", conclude Perugini.