Salute: A Grosseto studi e soluzioni a confronto per contrastare l’obesità
Elezioni. Berardi: "Difendiamo il Made In Italy"
Roberto Berardi: "Dall’italian sounding per dare nuovo impulso allo sviluppo"
Grosseto: “Durante il tuor di questi ultimi giorni - afferma Roberto Berardi, Candidato alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Toscana P02 (Arezzo, Siena, Grosseto, Livorno) - ho potuto comprendere, ancora più da vicino, come la toscana sia un’area caratterizzata da un fermento imprenditoriale notevole. Una costellazione di tante micro, piccole e medie imprese che tratteggiano, nel loro insieme, uno scenario produttivo variopinto ed eterogeneo. Dalla metallurgia alla viticoltura, passando per l’industria di trasformazione e la gastronomia. Ciascuna di queste realtà, ognuna per proprio conto, è ambasciatrice nel mondo di uno dei marchi maggiormente riconosciuti, più apprezzati e che meglio contraddistingue il nostro paese a livello internazionale, ovvero il Made In Italy.
Una denominazione entrata a pieno diritto nel linguaggio comune e che da sempre è sinonimo di qualità, ricercatezza, design, bellezza. Purtroppo, senza le adeguate tutele e le corrette azioni di supporto, questo marchio di eccellenza rischia di restare un semplice bollino, e non quella straordinaria leva di valorizzazione e di promozione dell’Italia nel mondo che invece dovrebbe essere.
Tra le minacce più pericolose, emersa in modo preoccupante in questi ultimi anni, c’è sicuramente quella dell’ Italian Sounding.
L’azione di contrasto di Forza Italia in ambito UE, grazie alle politiche attente del presidente Antonio Tajani, è servita in parte a ridimensionare questo fenomeno che punta ad esautorare prodotti nostrani in favore di altri prodotti provenienti da paesi esteri e che, grazie ad operazioni marketing ben collaudate, vengono assimilati dal consumatore a quelli nostrani.
In alcuni paesi la quota di referenze Italian Sounding nei punti vendita della grande distribuzione è impressionante: al primo posto si piazza il Giappone (70,9%), seguito a brevissima distanza dal Brasile (70,5%), mentre in Europa il dato maggiore è stato riscontrato in Germania (67,9%). A livello di prodotti, i più imitati sono ragù (61,4%), parmigiano (61,0%) e aceto balsamico (60,5%).
Sommando il valore dell’ Italian Sounding dei prodotti alimentari monitorati, si stima un fatturato di 10,4 miliardi di euro, ovvero il 58% in più rispetto a quanto generano complessivamente gli stessi prodotti veramente italiani.
Partendo da questi risultati e correlandoli con il valore dell’export di riferimento, si ottiene un moltiplicatore dell’ Italian Sounding pari a 1,58. Questo, applicato su scala internazionale, fa emergere come tale fenomeno da solo possa raggiungere il valore di 79,2 miliardi di euro. Sommando, quindi, questa cifra al dato effettivo delle esportazioni, l’Italia (idealmente) con i suoi prodotti agroalimentari andrebbe ad incassare dal commercio oltreconfine ben 129,3 miliardi di euro.
Difendere il made in Italy diventa quindi una priorità non più rinviabile. Solo nel settore alimentare, tutelare la produzione nazionale genererebbe un volume di affari potenziale di 79 miliardi di euro. E ciò significherebbe maggior lavoro, maggior investimenti e maggior gettito fiscale.
Per questo il nostro impegno sarà quello di sostenere le aziende, specie quelle medio piccole, con politiche attive, volte a sostenere programmi e progetti di sviluppo, anche grazie alle risorse messe a disposizione dal PNRR. Il tutto coordinato attraverso la regia di un ministero costituito ad hoc, incaricato di indirizzare gli sforzi del soggetto pubblico verso un percorso di crescita reale e sostenuto”.