Educazione e lavoro: risultati e prospettive del ‘Modello toscano’
Firenze: 'LIFT è l’acronimo di “Lavoro, Istruzione, Formazione e Transizioni”, che riassume il sistema di politiche educative e del lavoro di Regione Toscana. Politiche fondamentali per l’idea di futuro di una comunità. Ma LIFT significa anche “ascensore”.
Ed è proprio alla ripresa dell’ascensore sociale che la Regione Toscana mira attraverso le politiche per l'istruzione, la formazione ed il lavoro nel corso dell'attuale legislatura. "Il nostro impegno in questi ultimi 5 anni - spiega l'assessora regionale ad istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco - ha avuto come obiettivo quello di promuovere l’uguaglianza delle condizioni di partenza e lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno. Educazione e accesso al mercato del lavoro sono gli strumenti più potenti per ridurre le diseguaglianze e creare opportunità di realizzazione personale e professionale. La Toscana ha ra ggiunto risultati importanti su questi fronti ed altri arriveranno in futuro, infatti abbiamo confermato le attuali linee di intervento in vista della prossima programmazione delle risorse europee, alle quali aggiungere azioni mirate per raggiungere le pari opportunità uomo/donna in tutti i campi, compresi l'ingresso nel mondo del lavoro e la retribuzione. Vareremo un vero e proprio 'Piano donna' con sostegno alla genitorialità, adeguata presenza nei percorsi di formazione scientifici, tecnologici o digitali, una più equa divisione dei compiti di cura".
"Abbiamo quindi deciso di raccogliere in una pubblicazione di fine legislatura tutti i dati sulle politiche regionali in materia di educazione, istruzione, formazione e lavoro, perché siamo convinti dell'importanza del render conto ai cittadini di come abbiamo investito le risorse, per quali azioni e con quali risultati".
Più nidi, meno dispersione scolastica
Il primo fronte su cui la Toscana ha agito è stato quello degli asili, investendo per garantire nidi di qualità accessibili a tutti, in modo da favorire le pari opportunità nel mondo del lavoro e offrire ai piccoli una solida base per ogni apprendimento ulteriore, per l’integrazione sociale e lo sviluppo personale. "In Toscana più di un bambino su tre è già accolto nei servizi per la prima infanzia - spiega Grieco - ma l'impegno della Regione per garantire nidi di qualità è confermato e questa tematica è stata inserita tra le priorità anche del prossimo ciclo di programmazione delle risorse europee, per fare sì che nessuno resti escluso dai servizi a causa dei loro costi". Per favorire l’accesso del maggior numero possibile di bambini (circa 26.000) ai servizi educativi per la prima infanzia e garantire uno standard pedagogico elevato la Toscana ha investito quasi 54 mili oni di euro.
La Toscana ha investito inoltre nei processi di istruzione e formazione dei giovani, raggiungendo ottimi risultati dato che tra il 2014 ed il 2018 la percentuale di abbandono scolastico è scesa nella regione dal 13,8% al 10,6%, a fronte di una media nazionale passata dal 15% al 14,5% e di una media europea che è andata dall'11,2% al 10,6%. I progetti educativi zonali contro l'abbandono scolastico (Pez) tra il 2015 ed il 2019 hanno coinvolto ogni anno 7.500 educatori e docenti e visto la partecipazione di 23.000 genitori e 210.000 studenti a progetti e laboratori, per un investimento complessivo, nei cinque anni, di 30 milioni di euro. Nel 2019 la Regione ha inoltre
sostenuto l’inclusione di circa 2000 studenti disabili che frequentano le scuole secondarie con interventi per il trasporto scolastico e l’assistenza socio educativa. Ha inoltre destinato alle famiglie di 30.500 studenti delle scuole secondarie 300 euro a studente per le spese relative ai libri, al materiale didattico ed al trasporto scolastico. Infine dal 2015, sono stati programmati 221 interventi sull'edilizia scolastica, per 254 milioni. La Regione è intervenuta direttamente su 75 scuole, investendo 16 milioni di risorse proprie. Da ricordare i progetti 'Leggere forte!' (che coinvolge 3.000 educatori e docenti, 22.400 bambini dei nidi toscani e 40.000 studenti dell'empolese e della
Valdera, le due zone sperimentali), i Laboratori del sapere scientifico (che ha coinvolto 16.000 studenti di 90 istituti), Scuola senza zaino (che coinvolge 130 plessi e 12.000 studenti) e Remuto-Rete Musicale Toscana (130 scuole e 4 orchestre regionali).
Una formazione adeguata al nuovo mondo del lavoro
Per quanto riguarda i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IEFP) , 21.000 ragazzi hanno conseguito una delle 22 qualifiche professionali, valide a livello nazionale e spendibili nel mercato del lavoro -alle quali nel prossimo bienni o 2020-21 andranno ad aggiungersi le qualifiche per le lavorazioni della pelletteria, dell'oro, dei metalli lapidei, per le produzion i tessili e per la gestione delle acque per il risanamento ambientale.
Sono stati investiti 7,4 milioni di euro nei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), per costruire alleanze scuola-lavoro che hanno coinvolto 30.000 ragazzi.
E' rivolto ai NEET (cioè i ragazzi tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano) il progetto Garanzia Giovani, che ha preso in carico circa 100.000 ragazzi dal 2014 ad oggi e ne ha inseriti 80.000 nel mercato del lavoro. La percentuale di NEET in Toscana dal 2014 al 2018 è passata da 20,1% al 16,2% (a fronte di una percentuale nazionale che è passata dal 26,2% al 23,4% e di una media europea che è passata dal 15,3% al 12,9%).
La transizione dalla scuola al lavoro rappresenta un momento critico per i giovani e per questo la Regione sostiene i tirocini non curriculari (contributo a 30.000 giovani tra i 18 ed i 29 anni, il 60% dei quali ha trovato un lavoro entro 6 mesi dal al termine del tirocinio. Investimento di 70 milioni di euro) e l’apprendistato (per l'apprendistato nel sistema duale, 21 progetti per un milione di euro, e contributi per la progettazione dei percorsi e per il tutoraggio formativo; per l'apprendistato di II livello, 5.000 voucher formativi, per complessivi 22 milioni di euro).
Inoltre, per favorire la staffetta generazionale tra chi va in pensionamento anticipato ed i giovani, la Regione - nell’ambito dell’Intesa per lo sviluppo della Toscana sottoscritta con le parti sociali nel luglio 2019 - ha previsto il rimborso del 100% dei contributi per i tirocinanti e un incentivo di 3.000 euro l’anno per due anni alle imprese che faranno contratti a tempo indeterminato o di apprendistato al termine dei tirocini.
Tutte le azioni regionali rivolte ai giovani si inseriscono nel progetto Giovanisì, - il progetto della Regione Toscana per l'autonomia dei giovani - che sostenuto le scelte di oltre 300.000 giovani toscani.
Centrale, in un contesto sempre più digitalizzato, anche la formazione 4.0, cui la Toscana ha destinato oltre 50 milioni di risorse POR 2014-2020. Di queste hanno beneficiato 2.000 allievi di corsi di formazione tecnica superiore IFTS (103 corsi, 14 milioni di euro); 1.440 allievi di corsi ITS (68 percorsi, 22 milioni di euro); 3.500 lavoratori (62 progetti in 127 imprese, 9 milioni di euro); 146 manager e oltre 1.000 imprenditori ( 6,5 milioni), 3.000 liberi professionisti (5 milioni di euro).
Da ricordare, nell'ambito della formazione digitale, anche il sistema TRIO, primo progetto europeo per la formazione a distanza, che oggi mette a disposizione gratuitamente risorse didattiche relative a 12 aree tematiche diverse, con esercitazioni, simulazioni e laboratori didattici.
Il lavoro al centro
Ottime le performance (tra le migliori a livello nazionale) per i tassi di occupazione e disoccupazione negli ultimi quattro anni.
In Toscana il tasso di occupazione nel 2014 (20-64 anni) si attestava al 68,1% contro una media nazionale del 59,9%. Nel 2018 la percentuale in Toscana ammontava al 71,3% contro il 63,0% del livello nazionale.
Il tasso di disoccupazione in Toscana nel 2018 si attesta al 7,3% contro il 10,1% del 2014. Sceso sotto il 10% ( 8,5%) il tasso di disoccupazione femminile.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile in Toscana nel 2014 ammontava al 35,7% ma nel 2018 abbiamo raggiunto il 22,9%. Il livello nazionale nel 2014 ammontava al 42,7% nel 2018 era al 32,2%.
"Al centro delle politiche regionali abbiamo collocato il rapporto dei cittadini con il mondo del lavoro - continua Grieco - chiamando tutte le parti economiche e sociali a costituire le necessarie alleanze per progettare insieme i percorsi formativi utili per un avvicinamento più qualificato al mondo del lavoro, pensando ai giovani ma anche a disoccupati e lavoratori precari. Visti i risultati positivi degli scorsi anni, abbiamo inoltre deciso di prevedere una nuova misura per i disoccupati che non beneficiano del reddito di cittadinanza e che potranno partecipare ad un percorso di assistenza intensiva alla ricollocazione, con incentivi alle imprese che eventualmente effettueranno l’assunzione". "Circa il 60% dei circa 6700 beneficiari del Piano integrato per l'occupazione ha sperimentato un avviamento al lavoro. Con questa sperimentazione, infatti, la Toscana è riuscita a ‘riattivare' migliaia di cittadini che erano da tem po senza lavoro e che risultavano avere profili di occupabilità di elevato svantaggio (93%)"
Il 'modello toscano'
L'assessora ha inoltre ricordato il lavoro della Regione per superare la situazione di frammentarietà che caratterizzava la gestione a livello provinciale del sistema di formazione e lavoro. "Abbiamo creato un vero e proprio modello toscano', che per la formazione ha tre principali caratteristiche:
l'orientamento al risultato, ossia all'occupabilità delle persone formate; l'alleanza formativa tra istituzioni scolastiche, Università, agenzie formative e imprese, per la co-progettazione degli interventi formativi e l'inserimento occupazionale degli allievi; l'investimento nelle filiere formative strategiche , collegate alle filiere produttive tipiche di ciascun territorio. Questo modello mette al centro la concertazione degli interventi con le parti sociali e, di conseguenza, la Commissione regionale permanente tripartita, sede del dialogo e del confronto su questi temi.
In materia di lavoro, l’obiettivo prioritario verso il quale la Regione Toscana ha scelto di puntare è duplice: da una parte il mantenimento dei livelli occupazionali ed il sostegno al reddito, dall'altra il rafforzamento e la qualificazione dei percorsi di transizione e di inserimento nel mondo del lavoro. Va in questo senso la riorganizzazione della rete regionale dei servizi al lavoro, che conferma la governance pubblica del sistema, con la centralità dei Centri per l’Impiego e dell’Agenzia regionale toscana per l’impiego (ARTI) nata in seguito alla legge regionale 28/2018".
Arti conta 53 sedi tra Centri per l'impiego e servizi territoriali, con il compito di progettare e sviluppare politiche attive per attivare le competenze delle persone, accompagnarle sul mercato del lavoro o ricollocarvi chi ne è uscito. I Centri per l'impiego toscani ogni anno offrono servizi mediamente ad oltre 280mila utenti, il 60% dei quali ha avuto almeno un'opportunità di ingresso nel mondo del lavoro nel giro di un anno, con un indice di soddisfazione dell'utenza dell'81% (fonte Anpal).
Sottolinea l’assessora che "Un aspetto di particolare rilevanza è stato in questi anni, e lo sarà ancor più nel prossimo futuro, quello di qualificare ulteriormente i servizi erogati alle imprese, con la consapevolezza che un maggior collegamento con il sistema produttivo è condizione imprescindibile per rendere ancora più incisivo il ruolo dei centri per l'impiego in termini di incrocio tra domanda e offerta di lavoro e per ridurre il problema del “disallineamento” (o mismatch), che comprime sia lo sviluppo delle imprese, sia la possibilità di incremento occupazionale. Tale impegno trova riscontro nel numero crescente di aziende che si sono rivolte ai centri per l'impiego della Toscana in questi anni, dal numero di offerte di lavoro intercettate e dagli esiti in termini occupazionali. I dati ci dicono che i Centri per l'impiego toscani hanno dato risposta a oltre 22.000 imprese (dato in cre scita rispetto alle 18mila imprese clienti nell'anno precedente), e hanno intercettato altrettante offerte di lavoro, con livelli di soddisfazione per il servizio superiori all'80%. L’obiettivo per il prossimo futuro è quello di allineare i nostri servizi per il lavoro agli standard europei.
Numerosi sono anche gli strumenti che la Regione Toscana ha messo in campo a sostegno dell'occupazione. Con riferimento ai contributi ai datori di lavoro privati per l'assunzione di specifiche categorie di lavoratori con maggiori difficoltà di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro, tra il 2014 e il 2017, grazie a tale misura, sono stati quasi 3.000 i lavoratori che hanno potuto beneficiare di una assunzione/stabilizzazione per un totale di oltre 14 milioni di euro. La misura è stata confermata anche per il trienno 2018-2020: ad oggi circa 1000 lavoratori hanno potuto beneficiare di una assunzione/stabilizzazione, per risorse pari a circa 6 milioni di euro.
Un tour nelle Province
L'assessore Grieco dettaglierà i risultati delle politiche regionali applicate a ciascuna realtà provinciale in una serie di incontri che saranno organizzati in giro per la Toscana nel corso dei prossimi due mesi.
Ecco il programma:
- 16 gennaio Firenze: Sala Pegaso, Piazza Duomo 10;
- 17 gennaio Prato: Sala Convegni, Camera di Commercio di Prato, Via del Romito 71;
- 24 gennaio Massa: Sala Protezione Civile, Via Marina Vecchia 78;
- 30 gennaio Pistoia: Sala V. Nardi (Provincia di Pistoia), Palazzo Vivarelli Colonna Piazza S. Leone, 1;
- 31 gennaio Siena: UTR Siena 2 Sala Auditorium, Piazzale F.lli Rosselli 23;
- 7 febbraio Grosseto: Sala riunioni Centro per l'Impiego, Via Scopetani 6;
- 14 febbraio Pisa: Sala Consiglio (Provincia di Pisa), Piazza Vittorio Emanuele II;
- 21 febbraio Arezzo: Sala Conferenze ITIS Galileo Galilei, Via Dino Menci 1;
- 28 febbraio Lucca: Sala riunioni Polo Tecnologico Lucchese, Traversa prima di Via della Chiesa di Sorbano del Giudice n. 231;
- 6 marzo Livorno: Sala Cisternino di Città, L.go del Cisternino 13.
- *Empoli data da verificare.