Diaccia Botrona, Gori (M5Stelle): “Limatola non ha detto la verità, si dimetta”
Grosseto: E’ un Giacomo Gori come un fiume in piena, quello che nella mattinata di ieri sabato 11 febbraio ha parlato davanti ai giornalisti, nella conferenza stampa appositamente convocata per fare chiarezza sulla vendita della “Diaccia Botrona”.
Gori non fa sconti a nessuno e attacca il presidente della Provincia Francesco Limatola e la sindaca di Castiglione della Pescaia e vice presidente della provincia, Elena Nappi. Questi, alcuni passaggi del lungo e minuzioso comunicato stampa inviato alla stampa da Giacomo Gori nella tarda serata di ieri.
“Il presidente Limatola si deve dimettere da presidente della Provincia e con lui anche la sua vice Elena Nappi, perchè hanno disatteso gli accordi elettorali e non hanno impedito la vendita di circa 1.000 ettari della Diaccia Botrona. E’ da oltre un anno i Cinque Stelle stanno combattendo su tutti i fronti per scongiurare la vendita dei circa mille ettari della Diaccia Botrona. – ha detto Giacomo Gori - Il presidente della Provincia si spaccia per salvatore della riserva naturale, ma la verità è l’esatto contrario.
La genesi della vendita della Diaccia Botrona risale al 2013, quando Leonardo Marras era presidente della Provincia. Grazie al federalismo demaniale, Marras decise di disfarsi della riserva naturale, motivando la decisione con la non utilità pubblica dei terreni e con esigenze di bilancio dell’Ente. Diversi documenti della Provincia riportano l’obbligo di vendere la Diaccia Botrona a causa del federalismo demaniale, ma va precisato che tale norma non vincola alla cessione, bensì alla valorizzazione della riserva naturale. Quindi, sono stati pubblicati dei bandi per la vendita dei terreni. Nel 2018 l’asta è andata deserta, mentre nell’agosto del 2021 il presidente della Provincia Vivarelli Colonna ha pubblicato un altro bando e a settembre sono state aperte le buste. Il M5Stelle e le associazioni ambientaliste hanno denunciato la vendita e si sono opposti, insieme alla Fondazione Capellino, sempre attenta alla biodiversità, che ha promosso una petizione che ha raccolto 55mila firme”.
Poi Gori fa il punto dell’attuale situazione: “A questo punto, - spiega l’esponente pentastellato - arriviamo alla situazione recente. Il nostro voto era fondamentale per far vincere al centrosinistra le elezioni provinciali del 2021. Per questo motivo, ci sono stati cinque incontri per delineare il programma, che prevedeva nei suoi punti lo stop alla vendita della Diaccia Botrona. Grazie al mio voto, Francesco Limatola è diventato presidente della Provincia, mentre Elena Nappi è stata nominata sua vice. Quindi, sarebbe dovuto iniziare un confronto sugli impegni presi tra il Movimento 5 Stelle e il centrosinistra, contenuti in un documento firmato da me, Nappi e Limatola il giorno stesso della tornata elettorale, ma questo coinvolgimento non c’è mai stato. Ho chiesto un primo incontro al presidente della Provincia, appuntamento che si è svolto il primo febbraio 2022. In quell’occasione, la Provincia ha messo subito le mani avanti, affermando che c’erano aspetti tecnici e giuridici che complicavano lo stop alla vendita della Diaccia Botrona. Quindi, abbiamo chiesto che il Consiglio provinciale proponesse una delibera per scongiurare la cessione dei terreni, ma gli uffici dell’Ente si sono opposti. Poi, abbiamo chiesto alla Provincia di rivolgersi ad uno studio legale per chiedere un parere in merito e, su una chat di Whatsapp, Limatola mi ha assicurato che la questione della vendita era stata congelata. Il 7 aprile 2022, però, la Provincia ha approvato, una determina che ha espresso la volontà di mettere a segno la cessione, aspetto balzato fuori anche al momento dell’approvazione del bilancio preventivo”.
“Dopo questo succedersi di eventi, - prosegue Giacomo Gori - abbiamo puntato a coinvolgere il Comune di Grosseto, chiedendo l’intervento degli uffici il 15 ottobre scorso. Il 4 novembre il Comune ha dato parere favorevole alla nostra richiesta e il 15 novembre scorso si è svolto un nuovo incontro in Provincia. Limatola mi ha aggredito, denigrando il lavoro svolto dall’ex segretario del Comune di Grosseto e ha ribaltato la sua interpretazione. La riunione si è conclusa in malo modo. Il presidente della Provincia, infatti, ha ritenuto che la relazione del Comune di Grosseto non fosse sufficiente e io gli ho chiesto di richiedere un parere “pro-veritate” da parte di un legale. Quindi, il 3 febbraio scorso ho partecipato ad una riunione con tutti i big del centrosinistra provinciale: durante questo appuntamento, Limatola ha detto di avere una bozza di parere legale sulla vendita della Diaccia Botrona e anche questo incontro è finito male. Il contenuto del parere legale, infatti, ha sottolineato la difficoltà di revocare l’atto di vendita dei terreni e ha certificato la malafede del presidente della Provincia, che ha sfruttato il suo ruolo istituzionale per mistificare la realtà“.
Poi la stoccata finale da parte di Gori. “Ribadisco, quindi, - tuona Gori - che il presidente Limatola ha calpestato i buoni rapporti di lealtà politica. Per mesi, lui ed Elena Nappi si sono fatti gioco dell’accordo stipulato con i 5 Stelle e che ha permesso loro di vincere le elezioni. Hanno firmato il documento solo per vincere in Provincia: a questo punto devono dimettersi e lasciare Palazzo Aldobrandeschi".
"La nostra azione proseguirà. – conclude Giacomo Gori - Realizzeremo un sito ad hoc per spiegare la verità sulla Diaccia Botrona, inoltre faremo un volantinaggio a Grosseto e a Castiglione della Pescaia per chiedere le dimissioni di Nappi e Limatola”.