Coronavirus, è iniziata la Fase 2. Le sensazioni del primo giorno post quarantena
di Maria Francesca AraminiGrosseto: E' arrivato il giorno agognato, 4 maggio 2020, siamo entrati nella fase due della pandemia che ha colpito il mondo e soprattutto noi il Bel Paese. Era il 31 gennaio 2020, quando a Roma due turisti provenienti dalla Cina vengono trovati positivi al virus SARS-CoV-2. Il 21 febbraio viene trovato un paziente affetto da un mostro chiamato Coronavirus, il COVIT 19, si parla di trasmissione secondaria visto il precedente della coppia di turisti cinesi.
Siamo a Codogno in Lombardia, un secondo paziente infetto da coronavirus muore il 22 febbraio, e’ l’inizio del periodo più nero che l’Italia ricordi. Nella gente scatta immediatamente il parallelo con la Peste di manzoniana memoria, la paura si fa strada a larghi passi e le notizie che la TV ci propina con minuzia di particolari non aiutano ad affrontare con serenità quella che, di li a poco, verrà definita Pandemia da COVIT 19. Velocemente si diffonde in tutto, o quasi, il mondo e i bollettini di guerra al mostro, perché di questo si tratta, ci trovano incollati alla televisione.
Ma questo a mio parere ha fatto molti danni psicologici nella popolazione perché grandi nomi, fino allora alcuni sconosciuti, ci hanno propinato ore e ore di opinioni spesso contrastanti tra di loro aumentando la nostra insicurezza. Il Paese affronta impreparato la guerra con poche armi e tanti sacrifici, non ultima la chiusura delle attività produttive e commerciali scuola compresa e del non poter uscire di casa se non per provata necessità. Non starò ad enumerare i morti o gli infettati che abbiamo avuto, certamente ne siete al corrente, il 25 febbraio 2020 il primo caso a Firenze, per un totale, in Toscana, di infettati ad oggi di 9.631 con 889 decessi, 3.352 guariti, pochi a confronto della Lombardia ma sempre troppi per chi ha perso una persona cara o chi ha dovuto sopportare giorni terribili di malattia.
Poi finalmente la grande apertura, o almeno così speravamo o forse ci illudevamo fosse, ma quello che appare più evidente è la completa incertezza che stiamo vivendo perché questo fatidico 4 maggio non ha dato risposte e se possibile ha peggiorato la situazione. Non parliamo delle multe che forze dell’Ordine stanno distribuendo a mani basse e, secondo me, senza discernimento ne umanità. Sono ordini impartiti dall’alto, giusto, ma multare gente che ha perso il lavoro che ha rischiato la fame, non capire quale motivo è la causa dell’infrazione, seguendo solamente un’ordinanza, vuol dire che chi ci dovrebbe proteggere una il taccuino facile e troppo poco cuore. La città ieri non era diversa dal solito, lunghe file e distanziamenti necessari, mascherine e tanta pazienza, i grossetani si sono comportati benissimo in questi mesi e nell’insicurezza continuano a comportarsi come se la grande apertura non ci fosse stata. Ad una di queste signore abbiamo chiesto un parere sul giorno 1 della fase 2 e queste sono le sue parole: “Il primo giorno della fase 2 è stato un gran caos, credo che le persone non abbiano capito niente, durante la quarantena, pareva non fosse successo niente, vedevi gente per strada senza mascherine e senza mantenere la dovuta distanza, molti i ragazzi che giocavano tutti assieme e ora che sembra finito è assurdo che abbiano chiuso tanti esercizi commerciali, che abbiano portato alla fame intere famiglie, nessun aiuto economico da parte di nessuno, bollette da pagare la spesa per non morire di fame e senza un’entrata economica fino a quando non so. Abbiamo dato fondo ai risparmi ma anche questo sta per esaurire, perché anche prima non è che fosse tutto rosa ed ora è veramente dura“.
A questo punto abbiamo sentito anche una imprenditrice che ha aperto i battenti dopo i mesi terribili della chiusura totale: “Il primo giorno è stato veramente disorientante, ritrovare il meccanismo per lavorare non è stato semplice, anche perché non c’era una guida precisa da seguire, ognuno si dava da fare per capire e aiutarci !!! Proprio perché il momento è difficile avrebbe richiesto forse un po’ di tempo … dedicato a capire che cosa dovevamo fare … non da soli“.
Tra le persone che gentilmente si sono prestate a questa specie di intervista anche un Medico Di Medicina Generale, uno di quelli che abbiamo definito eroi e che non hanno mai smesso di lavorare, di essere vicini ai pazienti anche se con le dovute distanze, che hanno lavorato all’inizio senza i presidi necessari, ai quali per primi dovevano essere fatti i tamponi, perché a loro toccava il primo contatto con i pazienti. Quegli eroi che hanno lasciato sul campo molti dei 158 Medici che hanno perso la vita per assistere i malati e gli infettati, e ai nostri Medici di famiglia è stata data visibilità solamente verso la fine, lasciandoli soli e dimenticati per troppo tempo. La dottoressa infatti ha detto poche parole ma bastano a capire come anche i pazienti non sono poi tanto pazienti: “Il primo giorno dopo il lockdown è stato il ritorno al passato, il ritorno alle vecchie abitudini, quelle di andare dal Medico per le cose più futili. Persino la ripetizione di ricetta che adesso possiamo inviare tramite sms o e mail . Ogni scusa è buona per uscire di casa”.
Ringrazio le signore che gentilmente hanno risposto alla nostra domanda, trovo che una casalinga, un’imprenditrice e un medico possano rappresentare bene almeno una parte della nostra società. Ma quello che ha colpito me personalmente sono stati soprattutto gli sguardi rassegnati della gente nelle file , in attesa di entrare per un acquisto, e non sguardi felici come avrebbero dovuto essere. Una signora mi ha chiesto “ ma quando potrò portare il mio cagnolino a lavare? Lei lo sa?". Non avevo una risposta ma quella signora anziana forse era più preoccupata dell’unico essere che le dà vero amore che del cibo. Io chiedo a voi qualcuno sa quando torneremo ad essere normali, senza paure? Abbiamo superato tante cose, crisi, malattie, e due guerre mondiali e mi rispondo: Presto torneremo a correre, ad abbracciare, a prendere il caffè e cenare con gli amici perché il popolo italiano, è come la Fenice risorge sempre dalle sue ceneri. Ma chi comanda deve muoversi in fretta o ci sarà poco da gioire e risorgere.