Coronavirus, Confagricoltura: 'Confronto con Ismea e Abi, credito in agricoltura volano per ripartenza'
Roma: “Nella ‘Fase 2’, banche e istituzioni devono porre la massima attenzione nella gestione dello strumento creditizio in agricoltura, per evitare che, anziché coadiuvare la crescita e lo sviluppo del settore, ne costituisca, invece, un freno. L’accesso al capitale va reso più efficiente, ‘facile’ e quindi meno costoso, basato su un’attenta analisi delle esigenze imprenditoriali”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che ha partecipato oggi al confronto sul ‘credito in agricoltura al tempo di Covid-19’, con Ismea ed Abi.
A Ismea, che è indispensabile, chiediamo – ha poi aggiunto Massimiliano Giansanti - di semplificare le procedure per il rilascio delle ‘garanzie a prima richiesta’; di continuare a sostenere l’accesso al credito di esercizio, anche alla luce dei recenti interventi sulla ‘cambiale agraria’; di supportare la cooperazione per facilitare la creazione delle ‘filiere’; di attivare misure di finanza agevolata per l’ammodernamento delle strutture aziendali e per l’introduzione di tecnologie innovative rivolte a tutte le imprese, a prescindere dalla loro forma giuridica.
Ringrazio Ismea per questo confronto – ha quindi sottolineato Giansanti - abbiamo inoltre la necessità di coinvolgere, nelle azioni indicate, anche le banche, realizzando una piena condivisione di tutte le opportunità, comprese quelle europee del programma InvestEU, destinato a diventare RecoverEU, con una dotazione finanziaria iniziale di 15 miliardi di euro, che probabilmente raddoppierà. Tenendo presente che la maggior parte degli investimenti della Banca europea per gli investimenti (BEI) è erogata tramite intermediari finanziari nazionali; da qui la grande importanza di lavorare congiuntamente con le istituzioni bancarie e gli organismi pubblici come Ismea.
“Confagricoltura – ha concluso il suo presidente - intende fornire assistenza tecnica non solo alle proprie imprese, per individuare le opportunità economiche, ma anche alle banche in modo che possano operare con cognizione di causa, in un settore in cui non vi è un sistema di rating e che è soggetto a grande volatilità”.