Si torna a comprare nei negozi ma i clienti chiedono percentuali più alte

 «Il freddo sta arrivando ora e già scattano i saldi». Torna prepotente, in una stagione dal clima particolarmente mite, il tema del rinvio dei saldi.

Grosseto: Da tempo Confesercenti chiede infatti che vengano posticipati alla vera fine stagione. E non, come succede ora, a subito dopo Capodanno. In Toscana i saldi inizieranno infatti sabato 4 gennaio. E, da un sondaggio Ipsos, sembra che un italiano su due ne approfitterà mettendo in campo un budget medio di 218 euro a famiglia.

Tra l'altro, come accaduto per Natale, sembra che la scelta dei consumatori per il luogo di acquisto sia ancora per i negozi fisici. Ben l'81% si orienterà in questa maniera.

«Ci fa piacere che in tanti aspettino ancora i saldi per fare acquisti – afferma Francesca Verdi presidente provinciale Fismo Confesercenti -, e ci fa piacere che in molti tornino a fare acquisti nei negozi, come avvenuto per Natale. Significa che si torna a puntare sulla qualità, sull'oggetto durevole nel tempo. Non siamo contenti che partano così in anticipo. Il freddo è appena arrivato e noi andiamo a vendere in maniera scontata ciò che è ancora prettamente di stagione. Ci fa piacere che si apprezzino i saldi, ma se in troppi attendono gli sconti per fare acquisti necessari, significa che l'a situazione economica delle famiglie non è eccezionale. Che si attenda questo momento per fare acquisti necessari è allarmante. Per questo auspichiamo un'inversione di marcia: speriamo che possano restare più soldi in tasca alle famiglie così da fare acquisti quando hanno bisogno, e ai saldi comprare l'oggetto in più, lo sfizio».

Secondo il sondaggio Ipsos Confesercenti il 59% degli intervistati ha già pianificato quanto investire nel rinnovo del guardaroba: a spendere di più saranno gli over 34.

I prodotti moda più desiderati per questi saldi sono maglioni e felpe, indicati dal 51% di chi ha previsto di acquistare. Un effetto dell’arrivo del freddo dopo un autunno caldo, a causa del quale il 30% circa dei consumatori segnala di aver ridotto gli acquisti di abbigliamento invernale. Particolarmente ricercati i maglioni di qualità con decorazioni. Seguono, a brevissima distanza, le calzature (49% delle segnalazioni) e poi - ben più staccati - gonne e pantaloni (31%), con un interesse forte per jeans e denim, e maglie e top (30%). Nella lista dei desideri ci sono anche intimo (28%), camicie e camicette (22%), borse (21%) e i capispalla - giubbotti, cappotti e piumini - sempre al 21%. Poi accessori (18%) e abiti e completi (17%).

Una riflessione sulle percentuali di sconto la fa invece Riccardo Coalsanti presidente provinciale Assoterziario Confesercenti: «Sto facendo ora la vetrine per i saldi – afferma – e per il primo anno farò sconti anche del 50%. Rispetto al passato oggi la scontistica deve essere aumentata perché è questo che la gente si aspetta. Il cliente non si accontenta più del 20%, lo considera troppo basso. Se un'attività commerciale di rilievo, con marchi importanti, propone una scontistica troppo bassa i saldi diventano inutili. Invece gli sconti devono essere visti come un momento promozionale, e un modo per abbassare le spese di magazzino. Il commerciante deve essere bravo in fase di acquisto, oltre che di vendita. Quando si fanno gli ordini per la stagione successiva. Inutile avere un'intera collezione, serve una scelta mirata, il modello che tutti vorranno. Il problema è che spesso questi cambi sono repentini. Basta il personaggio famoso che indossa un capo, una scarpa, e tutti lo vogliono, cosa che tu non puoi sapere sei mesi prima».

«Questo è il momento in cui i professionisti resteranno a galla, mentre gli improvvisati, figli delle liberalizzazioni, subiranno un calo di fatturato. Purtroppo spesso manca una cultura del commercio e capire i cambiamenti è parte di questa cultura» conclude Colasanti.