Celebrata Festa della Madonna delle Grazie compatrona della città e diocesi di Grosseto
Dal vescovo Rodolfo un incoraggiamento: “Molto ci attende: civilmente, socialmente, ecclesialmente. C’è da individuare il bene; c’è da costruirlo insieme, ma riprendiamo il cammino!” In cattedrale il sindaco, a rappresentare la comunità civile, ha offerto una pianta con un nastro tricolore al quadro della Vergine.
Grosseto: La Chiesa di Grosseto ha fatto festa oggi (domenica) per la Madonna delle Grazie, la cui immagine – dipinta nella seconda metà del ‘400 dall’artista Matteo di Giovanni – è venerata da secoli nella cattedrale. La Madonna delle Grazie è, con san Lorenzo, patrona della città e della diocesi di Grosseto e ogni anno, la prima domenica di maggio, si celebra la sua festa grazie all’impegno del Capitolo della cattedrale e della congregazione mariana, che ne porta avanti la devozione.
Quest’anno non è stato possibile fare festa nel modo consueto, a motivo delle misure restrittive ancora vigenti per contrastare il coronavirus, ma la Diocesi non ha voluto rinunciare ad offrire comunque la possibilità di questo momento.
Dal 23 aprile, ogni sera, si è tenuta la novena, che ha portato in cattedrale i parroci delle parrocchie cittadine. Il 2 maggio, il parroco della cattedrale, don Piero Caretti, ha presieduto la Messa durante la quale si è rinnovato il gesto dell’offerta dell’olio per la lampada votiva, quest’anno portato dalle parrocchie di Braccagni, Montepescali e Casotto Pescatori.
Infine oggi la festa. Il vescovo Rodolfo ha presieduto la Messa solenne, trasmessa in diretta televisiva su Tv9.
Il presule ha invitato a presenziare il sindaco di Grosseto e presidente della Provincia, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, perché in lui fosse rappresentata la comunità civile. Il sindaco, al momento dell’offertorio, ha omaggiato l’immagine della Madonna con una pianta adornata con un fiocco tricolore.
“Non possiamo tornare fuori senza far tesoro di quel che abbiamo vissuto. Anche della nostra esperienza di umanità e di fede alla scuola di Gesù – ha detto il Vescovo nella sua omelia, dopo aver ringraziato le istituzioni, le associazioni, il volontariato per essere stati i “pastori buoni della nostra comunità” – Qual è la scuola che abbiamo avuto in questi tempi? Penso a quella di un maggior raccoglimento, di un maggiore silenzio, di un maggiore ascolto, di una maggiore intimità, ma anche quella che Cristo ci insegna, che è dare la vita: quante persone abbiamo visto in questi due mesi sono stati buoni pastori di questi tempi! Con fatica, certo, a volte anche a tentoni, perché le situazioni da affrontare erano così inedite per tutti, ma quante persone si sono date! Ecco: questo significa per noi uscire, seguendo Uno che è nella nostra vita, con la fede che abbiamo”
Dal vescovo un pensiero anche ai non credenti: “Credo che in questi tempi di fronte a quanto accaduto si siano posti in un maggior raccoglimento, siano scesi più nel profondo di loro stessi. E’ un dono anche questo”.
E infine un appello: “Molto ci attende: civilmente, socialmente, ecclesialmente. C’è da individuare il bene; c’è da costruirlo insieme, c’è da farsi carico di situazioni economiche, sociali, lavorative, di tante cose…ma riprendiamo il cammino! Gesù viene perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza e per farlo dà la sua vita fino a perderla per noi: questa è la chiave per leggere questo tempo nuovo. Allora la nostra umanità – così toccata e illuminata – sappia costruire un bene maggiore. E’ quanto metto davanti al cuore della Madonna delle Grazie - ha concluso - chiedendole di tenere vivo in noi questo impegno, questo desiderio, questo coraggio”.
Al termine il Vescovo ha rinnovato la supplica alla Madonna, che dal 9 marzo ogni giorno alle 12 eleva a nome di tutti dalla cattedrale.