“Andamo a giocà”, una giornata interamente dedicata ai giochi popolari
Castel del Piano. Il Sindaco sulla Sanità: "Il tempo delle analisi dei problemi è finito"
Castel del Piano: «Nei giorni scorsi la Uil ha promosso un'iniziativa su “Sanità e servizi territoriali”, a cui ho partecipato insieme ad altri sindaci. Nell'occasione - dichiara Cinzia Pieraccini, sindaca di Castel del Piano - ho voluto avanzare proposte concrete per uscire da questa preoccupante crisi.
Il tempo delle analisi dei problemi è finito. Conosciamo i bisogni sanitari e, in taluni casi, abbiamo anche soluzioni e continuare a citare i problemi rischia di deprimere ogni possibile soluzione. Servono soldi e programmi chiari. Lo dico, innanzitutto al Governo, poi alla Regione. I Comuni non sono più disposti a subire le critiche dovute a errori di programmazione e di scelte altrui.
Bisogna agire in forma ordinata e chiara stringendo patti territoriali che ci vedano protagonisti vista la nostra conoscenza dei bisogni.
Abbiamo fatto la scelta delle Case di comunità. Quella di Castel del Piano deve essere un luogo in cui gli specialisti di medicina interna dell’ospedale e i medici di famiglia presenti formino un primo nucleo di consulto per le persone che vi accederanno. Insieme alle infermiere di famiglia rappresenteranno un riferimento sanitario importante . Questo sarà un modo per permettere al territorio di tornare ad essere attrattivo per quei professionisti che potranno trovare anche da noi un modello stimolante e professionalizzante.
Come sindaca vigilerò perché sia così.
A questo si deve aggiungere la proposta di eliminare la rigidità dei confini entro i quali se il tuo medico si sposta di pochi chilometri i pazienti perdono l'assistenza. Per i territori montani come il nostro la priorità non sono i confini ma la continuità assistenziale.
La Regione dovrà sbloccare i limiti astratti e pensare al servizio. Noi come Comune saremo decisi e netti.
Medici specializzandi e infermieri ci servono e ci servono ora e domani. Ma le scelte devono essere funzionali alla loro formazione e alla salute dei pazienti. Anche in questo caso le due parole sono sbloccare con giusti criteri e fare in fretta. Immettiamo nella rete di assistenza territoriale forze nuove, consentiamo un numero limitato di pazienti per garantire il completamento delle specializzazioni.
Gli accessi impropri al pronto soccorso e l’eccessivo afflusso al Misericordia si arginano anche così. E’ l’ora delle scelte non più dell’elenco dei problemi. Il personale sanitario è tutto in trincea. Bisogna intervenire subito sulle cause per uscire da questo empasse».