Carceri, Mazzeo: 'Vaccini a polizia penitenziaria e volontari nella seconda fase'

Il presidente del Consiglio regionale in visita alla Casa circondariale di Pisa con il garante toscano. Mazzeo: “Nei luoghi chiusi virus più pericoloso. Servono percorsi formativi per aiutare il reinserimento dei detenuti”. Fanfani: “Segnale forte di attenzione in un momento particolarmente difficile”di Sandro Bartoli Firenze: “Il grado di civiltà di un paese si misura osservando la condizione delle sue carceri” così, citando Voltaire, il presidente del consiglio regionale della toscana, Antonio Mazzeo, ha spiegato il senso della sua visita  alla casa circondariale Don Bosco di Pisa,

accompagnato dal garante dei detenuti della Toscana, Giuseppe Fanfani, dal garante dei detenuti del comune di Pisa, Alberto Marchesi, dal direttore del Don Bosco, Francesco Ruello, e dalla consigliera della Camera penale di Pisa, Marialuisa Bresciani.

Il presidente e il garante hanno visitato il padiglione femminile in cui i lavori di ristrutturazione ormai sono giunti al termine e Mazzeo si è confrontato col direttore sulla situazione della struttura penitenziaria, che presenta problemi derivanti soprattutto dal fatto che risale a 85 anni fa.

Mazzeo ha ricordato come il carcere debba essere “un luogo di rieducazione alla vita sociale e civile, perché le pene non devono diventare strumento per trattamenti contrari al senso di umanità, come prescrive la nostra Carta Costituzionale. Per questo è indispensabile implementare il lavoro di reinserimento che può avere nell'istruzione a tutti i livelli, come avviene qui al Don Bosco, un percorso positivo”.

Fra le prime questioni da affrontare ci sarà quella dei vaccini anti-Covid. “Chiederò all'assessore alla sanità – ha spiegato il presidente Mazzeo - di valutare che tutto il personale che opera nelle carceri, dalla polizia penitenziaria ai volontari, venga vaccinato già a partire dalla seconda fase, perché è necessario che la pandemia sia tenuta fuori il più possibile da luoghi chiusi come il carcere, dato che in situazioni come queste il virus si diffonde più velocemente. Poi saranno vaccinati i detenuti negli stessi tempi e modi degli altri cittadini toscani”.

“Ringrazio il Garante Fanfani per il lavoro che sta svolgendo, dato che aiuta a capire non solo quali siano i problemi da affrontare, ma indica anche le soluzioni possibili - ha poi concluso il presidente Mazzeo -. Assieme al Garante infatti ho deciso che queste visite saranno continue e riguarderanno tutte le carceri toscane, perché ritengo che il Consiglio regionale debba diventare sempre di più la casa di tutti i toscani e il luogo dove possa avere voce anche chi non ha voce, così da essere ascoltato dalle istituzioni”.

“La visita di questa mattina è importante, il presidente Mazzeo ha voluto dare il segnale forte dell’attenzione che il Consiglio regionale della Toscana ha nei confronti del sistema carcerario. Un segnale avvalorato dal fatto che siamo sotto Natale e i detenuti sentono particolarmente la solitudine: da otto mesi i contatti sono molto limitati, anche con i figli minori”. Questo il commento del garante toscano, Giuseppe Fanfani. “La casa circondariale di Pisa è in evoluzione – aggiunge - Ha un centro clinico importante, un sistema di collegamento significativo con la docenza esterna, l’Università di Pisa, e si sta attrezzando per aprire in gennaio la sezione femminile, la seconda in Toscana dopo Firenze, che ospiterà circa trenta donne”. Piena condivisione, da parte del Garante, all’iniziativa di Mazzeo riguardo alla vaccinazione del personale: “E’ una richiesta più che legittima. All’inizio di dicembre scrissi una lettera al provveditorato della Toscana e al dipartimento penitenziario, segnalando la necessità che il vaccino fosse somministrato ai detenuti e al personale, soprattutto, che entra ed esce dal carcere. Non possiamo farlo ad aprile, va fatto subito”.