Campo di basket in Piazza Lulli: troppa confusione, tutti si lamentano

Grosseto: «Il silenzio è morto nel quartiere e nelle strade intorno a Piazza Lulli, dove la vita è scandita dall'insopportabile ritmo ossessivo dei palloni che non si fermano mai». Così i cittadini della zona che lamentano continuo rumore in Piazza Lulli dove è stato realizzato il campo da Basket

«Ore 7.40 del 12 agosto - racconta una cittadina alla nostra redazione -, schianti fragorosi, violenti rimbombi e vibrazioni metalliche devastanti sui tabelloni dei canestri, hanno svegliato brutalmente e di soprassalto l'intero quartiere situato in prossimità del campo di basket.

Come ogni giorno dal primo mattino sin oltre la mezzanotte, rimbalzi e palleggi, inciviltà, rumore e schiamazzi si ripetono senza tregua.

I giocatori non dormono e non vanno in ferie! Anzi, colpire più forte possibile e simultaneamente, sembra essere l'imperativo.

Un incubo, un tormento continuo, una molestia irritante, insomma, una dannazione infernale ormai vivere qui.

Un insostenibile assurdo legittimato dalla noncuranza dell'Amministrazione Comunale, che con il mancato buon senso nella programmazione ambientale, non ha trovato un luogo migliore ove riposizionare un campo di street basket incontrollato e agibile giorno e notte, se non proprio in un tranquillo giardino in mezzo ai fabbricati, ignorando completamente i diritti dei cittadini.

A nulla sono servite le numerose proteste presentate dagli abitanti, in merito al disturbo alla quiete pubblica, all'esposizione continua al rumore esasperante, nonché tutte le difficoltà ed i numerosi pregiudizi recati, derivanti dall'avere un campo dl basket praticamente all'interno delle case.

Un frastuono che si propaga incessante, insopportabile e che ha distrutto la vivibilità del quartiere, provocando nei residenti una peggioramento della qualità della vita.

Una violenza autorizzata ostinatamente dall'indifferenza e dall'ignavia ed un danno indubitatamente arrecato dall'Ente Pubblico, cui sarebbe opportuno che ponesse rimedio con un atto, urgente e dovuto alla popolazione residente, in modo da permettere la convivenza civile fra giocatori ed abitanti.

Non è più tollerabile che il giusto diritto al divertimento, sia messo in conflitto con la privazione del legittimo diritto degli abitanti ad una normale esistenza e al godimento della proprietà.

Chissà se chi cura il buon andamento della città acquisterebbe e vivrebbe in un immobile sottoposto a questo sbattere giornaliero e penetrante al quale siamo costretti a sottostare?

Rivogliamo la nostra tranquillità, non un infernale calvario senza concessioni al silenzio».