Bianciardi, Calvino e l’industria editoriale dagli anni Cinquanta a oggi
Grosseto: La Fondazione Luciano Bianciardi, in collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano, organizza per sabato 11 novembre il convegno “Scrittori e lavoro culturale: dagli anni Cinquanta a oggi. I casi di Bianciardi e Calvino”. Gli interventi della mattina saranno dedicati a “Bianciardi, Calvino e l’industria editoriale degli anni Cinquanta e Sessanta”, mentre nel pomeriggio si parlerà di “Editoria negli anni Duemila: uno sguardo sul presente”.
La giornata di studi nasce da un particolare orientamento di ricerca che la Fondazione Bianciardi sta seguendo da alcuni anni e che ha connotato anche il vasto arco delle attività legate al Centenario bianciardiano: affrontare tematiche e nodi problematici poco esplorati o comunque apparentemente marginali, rispetto agli autori trattati, per entrare meglio nella loro complessità e arrivare a una lettura più originale e stratificata di questi e della loro presenza nella cultura e nella società. Il tema del valore dell’editoria nella costruzione del panorama culturale italiano diventa poi un terreno perfetto per un’indagine di tipo comparativo, altra modalità di ricerca tipica della Fondazione, volta a far luce su più personaggi, valorizzando di questi l’appartenenza a un clima, più che insistere sulla loro eccezionalità. Ecco, quindi, il senso della presenza di Bianciardi e Calvino nel titolo e nelle relazioni previste. Bompiani, Rizzoli, Laterza, Einaudi, Feltrinelli, una girandola di nomi tra i più autorevoli dell’editoria italiana del Novecento fa da corona ideale a un centro ondivago e sfuggente: si tratta di Luciano Bianciardi, scrittore emergente negli anni del dopoguerra. A Milano il suo incontro-scontro con il mondo dell’editoria Bianciardi lo rappresenta così: “La verità è che le Case Editrici sono piene di fannulloni frenetici: gente che non combina una madonna dalla mattina alla sera ma che dà l’impressione – fallace – di star lavorando. Si beccano persino l’esaurimento nervoso.”. Einaudi, solo Einaudi, a parte qualche rarissima deviazione, per Italo Calvino che rifiuta anche una proposta di Mondadori, fattagli da Niccolò Gallo, con questa motivazione: “Cosa vuoi farci? In editoria sono monogamo”. Più divergenti di così non potrebbero configurarsi le posizioni di due scrittori quasi coetanei (un solo anno ne separa la nascita) nei confronti dell’industria culturale che trova nelle case editrici il fulcro propulsivo, negli anni di quel secondo dopoguerra che per l’Italia significa uscita dalle nebbie autarchiche di regime e corsa generale alla modernizzazione, recuperando il tempo perduto e sprovincializzandosi attraverso scelte culturali innovative e coraggiose. Bianciardi che dialoga e si scontra con gli editori, Calvino che diventa il deus ex machina della casa editrice: nell’indagare due destini diversi partendo da un denominatore comune, l’editoria, si può arrivare a costruire un quadro convincente, proprio perché fondato su esperienze vissute e documentate, di un certo modo di fare e di intendere la cultura, che si è affermato dal secondo dopoguerra in poi e che ha visto l’eclissi del mito dell’artista isolato dal mondo sostituito dalla figura dell’intellettuale integrato nei meccanismi dell’industria culturale.
Il convegno al Polo universitario grossetano
I lavori del convegno si apriranno alle 9.30, al Polo universitario in via Ginori 43, con i saluti di Roberto Mugnai, presidente del Comitato nazionale per il Centenario di Bianciardi. Seguiranno la presentazione a cura di Massimiliano Marcucci, presidente della Fondazione Bianciardi, e l’introduzione di Riccardo Castellana, docente di Letteratura italiana contemporanea all’università di Siena e membro del Comitato scientifico della Fondazione Bianciardi. Per le 10.30 è atteso l’intervento “Sul rovescio delle bozze. La scrivania di Calvino all’Einaudi” di Domenico Scarpa della Fondazione Primo Levi. Dopo la pausa caffè delle 11, il convegno riprenderà alle 11.30 con il docente dell’università di Siena Arnaldo Bruni che parlerà di “Bianciardi e l’industria culturale nei carteggi con gli editori”. Infine, alle 12, la docente dell’università per stranieri di Siena Anna Baldini con “Una collana d’autore: Centopagine di Italo Calvino”. La mattinata si concluderà con un dibattito sui temi trattati.
Dopo la pausa pranzo, alle 15 prenderà inizio la sessione pomeridiana, intitolata “L’editoria negli anni Duemila: uno sguardo sul presente”. Si cercherà di fare il punto sulle nuove e complesse frontiere dell’editoria, messa alla prova dalle esigenze di un pubblico vario, su cui agisce il potente riflesso della varietà degli strumenti conoscitivi disponibili, e dalla complessa tipologia espressiva degli autori. Temi sui quali è chiamato a esprimersi un gruppo di giovani studiosi membri del Comitato scientifico della Fondazione Bianciardi: Federica Albani, Michele Gandolfi, Riccardo Innocenti e Federico Masci. Introduce Lucia Matergi, direttrice scientifica della Fondazione Bianciardi. Chiude la giornata Alberto Prunetti, scrittore, traduttore e editor, con una relazione sul rapporto tra lavoro culturale e classe operaia.
La giornata di studi è promossa dal Comitato nazionale per il Centenario di Bianciardi e organizzata dalla Fondazione Bianciardi in collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano.
Il terzo incontro del ciclo “Conoscere Calvino” alla Palomar
Sabato 11 novembre si terrà anche il terzo incontro del ciclo “Conoscere Calvino”, organizzato dalla Fondazione Bianciardi in collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano. Domenico Scarpa presenterà il suo libro “Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore” (Hoepli, 2023) alla libreria Palomar, in piazza Dante a Grosseto, insieme al professore Riccardo Castellana. Un’opera monumentale legata al Centenario calviniano, che si presenta come lettura a tutto tondo del grande scrittore.