Assicurare imprese per rischio catastrofi: Cna contraria a misura inserita in bozza legge bilancio

Mauro Sellari: “Basta costi per le imprese: occorre lavorare sulla prevenzione. E nel nostro territorio va sbloccato l’iter per completare la cassa di espansione di Campo Regio, che proteggerà l’abitato di Albinia

Grosseto: “Siamo assolutamente contrari alla scelta di obbligare le imprese a stipulare, entro il 31 dicembre del prossimo anno, una polizza assicurativa sugli immobili e sui beni strumentali per il rischio catastrofi”. Non ha dubbi Mauro Sellari, della presidenza di Cna Grosseto, in merito alla proposta del Governo di chiedere alle imprese di tutelare i loro beni dai danni causati da calamità naturali. “La misura, introdotta all’articolo 24 della legge di bilancio, farà gravare sul sistema produttivo nuovi, pesanti, oneri. Inoltre, prevede, per chi non si assicura, una sanzione che va da 200mila a un milione di euro. Sarebbe stato preferibile, piuttosto, lavorare sulla prevenzione per rispondere adeguatamente agli eventi atmosferici estremi”.

Invece di obblighi e maggiori spese a carico delle imprese, secondo Cna andrebbero previsti interventi di incentivazione: “Ad esempio – continua Sellari – dando la possibilità di detrarre le spese sostenute per i premi assicurativi e promuovendo fondi assicurativi con garanzie di natura collettiva, ovviamente da controllare attraverso un sistema pubblico che verifichi le condizioni contrattuali”.

“Come i recenti eventi hanno dimostrato – continua Sellari – nessuna area del nostro Paese è esente dal rischio. Compresa la provincia di Grosseto dove, nonostante siano passati 11 anni dall’alluvione di Albinia, ancora non si è portata a termine la cassa di espansione di Campo Regio, che cittadini e imprese da tempo aspettano. Chiediamo quindi ai parlamentari del territorio di farsi portavoce con il Governo delle esigenze reali delle imprese, in modo da individuare le soluzioni migliori, che non rappresentino solo l’ennesimo balzello per il settore, e di sollecitare, insieme alla Regione e agli Enti locali, le mancate risposte di Anas e Rfi che, di fatto, non hanno permesso di realizzare un’opera pubblica fondamentale per evitare che quello che è accaduto nel 2012 si ripeta”.