1° Maggio e 70° Strage Ribolla, il maggio della Cgil maremmana

Maurizio Landini: «Nel ’54 la Montecatini licenziò il delegato sindacale che aveva denunciato la mancanza di sicurezza in miniera. Oggi, nonostante tanti miglioramenti, continuiamo a dover contrastare questo tipo di mentalità in troppe imprese»

Ribolla: Questa mattina Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, era a Ribolla per la celebrazione del 70° anniversario della strage di Ribolla. Di seguito uno stralcio del suo intervento, è una breve dichiarazione della segretaria della camera del lavoro di Grosseto Monica Pagni.

Landini: «Quest’anno commemoriamo un triste anniversario e allo stesso tempo, oggi, rimarchiamo un punto di fondo comune. Cioè che la ricchezza di un Paese la produce chi lavora. Il lavoro ha contribuito alla costruzione della nostra Repubblica. Non è un caso che il presidente della Repubblica Mattarella abbia ricordato che il 1° maggio non è semplicemente la festa dei lavoratori, ma anche quella della Repubblica. Perché senza il lavoro e senza il suo contributo fondamentale, non ci sarebbe neanche la democrazia nel nostro paese.

Purtroppo, di lavoro si continua a morire in Italia. È un problema non ancora risolto. Se il modello di impresa rimane incentrato sul profitto a discapito di sicurezza e salute dei lavoratori, a discapito delle persone, è ovvio che si prosegua sulla strada sbagliata. A Ribolla il delegato sindacale che denunciò una probabile tragedia in miniera, proprio per i metodi adottati dell'azienda che non guardavano alla salute delle persone, fu licenziato. Le carte che la Camera del lavoro portò al processo non furono considerate. Se ci pensiamo questa è una logica che, nonostante tutti i miglioramenti avvenuti negli anni, siamo chiamati nuovamente a dover scardinare giorno dopo giorno perché ancora profondamente vincolata ad alcuni modi di fare impresa.

Le richieste che stiamo avanzando come Cgil vanno a contrasto di queste ingiustizie. Si deve investire sulla formazione e si deve impedire logiche come quelle dei subappalti a cascata e del lavoro al massimo ribasso. Si deve progettare il lavoro e i sistemi produttivi mettendo al centro le persone. La nostra scelta di raccogliere firme per il referendum parte dal fatto che negli ultimi 29 anni le leggi hanno aperto la strada proprio a subappalti a cascata e precarietà. Oggi quando si contano i morti sul lavoro ma non si capisce mai di chi è la colpa.

L'Inail, non il sindacato, dice che la maggior parte degli infortuni sul lavoro avvengono negli appalti e fra i lavoratori precari. Quanto avvenuto più recentemente a Firenze dove altri operai hanno perso la vita, è figlio proprio di queste statistiche. Derivate da logiche di profitto. Per questo ci battiamo affinché i lavoratori abbiano vere tutti le stesse tutele e diritti. Le persone e gli imprenditori seri devono avere a cuore la qualità del lavoro e mettere al centro le persone. Il lavoro umano è fondamentale. E anche se ora molti parlano d'intelligenza artificiale, è pur sempre progettata da uomini, la tecnologia non è neutra. Dipende chi la progetta e per quali scopi. Al centro deve tornare il lavoro, la persona e la sua dignità. Quando una persona pur lavorando è precaria, ricattabile, licenziabile, non diviene una situazione da trattate solo a livello sindacale, ma si tratta della qualità della vita. Chi vive così non è una persona libera. La costituzione che ci hanno dato i nostri padri e i nostri nonni è lo strumento più adatto per realizzare i passi necessari per andare avanti. Non dobbiamo cambiare la costituzione ma realizzarla».

Monica Pagni «Di lavoro si continua a morire e la media di tre morti al giorno non è di certo sostenibile. La commemorazione di Ribolla è un appuntamento importante per non dimenticare quanto purtroppo successe, ma è altrettanto importante per ricordarci quanto rischino ancora di capitare e quanto dobbiamo batterci affinché non risuccedano fatti del genere.

La Cgil proprio in questi giorni sta promuovendo la raccolta firme a sostegno di 4 questi referendari. Tramite referendum intendiamo abrogare quelle leggi che non permettono al lavoro di essere più sicuro, tutelato e stabile. Crediamo che il futuro non sia solo materia sindacale ma che riguardi tutti i cittadini e le cittadine di questo paese. Anche per questo, proprio da Ribolla, esortiamo tutti a interessarsi del domani dell'Italia e a impegnarsi e battersi per un lavoro che restituisca dignità a lavoratori e lavoratrici di ogni categoria».